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Olanda: la vera Europa del baseball?

Rikkert Faneyte prima ha fatto quello che ha voluto in battuta e poi si è permesso il lusso di salire in pedana per chiudere la partita, giusto come faceva da ragazzo, quando era l'incubo delle nostre giovanili. Rob Eenhorn ha giocato una partita pressochè perfetta all'interbase, formando una coppia “da urlo” con il seconda base Milliard. Hensley Muelens e Balentina hanno dato il loro contributo di solida esperienza. In pedana Lopezoo, che nella rotazione “dutch” viene dopo Orlando Miller e Rob Cordemans, ha contenuto l'attacco avversario e quando ha cominciato ad accusare la stanchezza ha lasciato spazio a Ken Brauckmiller. Questa notte l'Olanda ha battuto gli Stati Uniti, che nelle precedenti amichevoli avevano avuto gioco facile con Italia, Sud Africa e Australia (2 volte).L'Olanda è una squadra fortissima. Come direbbero gli americani, un vero “competitore” per questo torneo olimpico. Loro, si sa, misurano la forza di una squadra sulla base di quanti dei suoi giocatori si sono misurati nei loro campionati e qui hanno di che scegliere. Faneyte, appunto, per anni stella del “triplo A” e con la sua bella serie di partite in “Grande Lega” per i Giants di San Francisco e i Texas Rangers. Eenhorn, che ha sperato a lungo di diventare l'interbase degli Yankees ma si è arreso all'evidenza quando ha condiviso il ruolo a Colmbus (“triplo A”) con Derek Jeter. Muelens, che ha giocato in America, Corea e Giappone. E poi Balentina e Miller e, chissà, nel prossimo futuro Cordemans e Lopezoo. Gli Americani non si sono scomposti. Hanno usato lanciatori che non rappresentano il “top” della rotazione e Tom Lasorda ha riconosciuto: “Quella olandese è una squadra a cui bisogna dare credito”. Per loro questa sconfitta non è una tragedia. La è, semmai, per noi. Gli azzurri contano di battere gli olandesi per nobilitare la partecipazione al torneo olimpico e le loro possibilità le possono giocare: basti dire che in un altro “test” Newman ha tenuto gli “oranje” a zero e Madonna li ha castigati con due furicampo. Ma è bene rendersene conto: qualunque sia l'esito di questo torneo, la realtà è che il baseball olandese ci è superiore; lo è sempre stato e lo sarà sempre. Al di là dell'albo d'oro, noi siamo sempre fermi alla fantasia che “Castelli se avesse accettato di andare in America avrebbe giocato in Major League”. Possibile. Ma gli olandesi i giocatori di quel livello li hanno prodotti sul serio. E io personalmente muoio d'invidia.

nn

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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