Scrivo questa lettera a titolo personale, come semplice tesserato FIBS.
nHo ascoltato la sua relazione il 5 Gennaio a Rimini. Ho ascoltato per capire. Ho meditato qualche giorno e sono giunto ad alcune conclusioni diverse dalle sue ..
nPenso che per il baseball italiano sia giunto il momento di cambiare.
nnnVISIBILITA’
nSono convinto che non è con la Nazionale alle Olimpiadi che il nostro sport potrà ottenere quella visibilità che oggi gli manca. D’altronde sono manifestazioni che si ripetono ogni quattro anni e solo ogni otto anni ad orari possibili. La visibilità che si ottiene è minima ed è paragonabile a quella dei tanti sport minori che oramai sono diventati olimpici (tamburello, ping pong, beach volley, wind-surf)
nL’inflazione di sport olimpici ha quindi stemperato quello che, un tempo, poteva essere un impatto positivo.
nInoltre, a queste manifestazioni, non otterremo mai grandi risultati ed i titoli di stampa, si sa, si fanno solo per le medaglie. Arrivare quarti o settimi cambia poco
nnCAMPIONATO
nSe vogliamo avere gli sponsors, bisogna puntare di più sul campionato. E’ l’unica visibilità che può attirare gli sponsors nazionali in grado di finanziare tutte le squadre di Serie A.nIl contributo del CONI finisce nelle tasche della Federazione. Quello degli sponsors finisce direttamente nelle tasche delle società e, a cascata, ne usufruirebbero anche le società minori.
nMa qui tocchiamo un altro tasto dolente. L’importante non è soltanto andare in TV ma soprattutto anche come andare. Il baseball non si vende per tanti motivi. Tra gli altri metterei, soprattutto, la lunghezza delle partite; i troppi tempi morti; le brutte regie televisive (non sanno riprendere il gioco, la grafica è brutta e scarsa, non utilizzano inserti filmati e replay); la voce poco accattivante dei commentatori. In poche parole, come si dice oggi, “non buchiamo lo schermo”. Guardate il prodotto che manda in onda sulla RAI la Lega Basket e capirete la differenza.
nSu gli ultimi due problemi potrebbe lavorarci la Lega Baseball (nel caso in cui dovesse nascere), sullo snellimento del gioco dovrà invece lavorarci anche la Federazione.nBisogna avere il coraggio che ebbe trentanni fa uno sport conservatore come il tennis quando introdusse il tie-break, proprio per andare incontro alle esigenze televisive. Noi dobbiamo fare qualchecosa di simile.
nLe soluzioni ci sono. Dalle più soft (limitare i riscaldamenti tra un inning e l’altro; limitare i pick-off; limitare i foul-ball; limitare le visite e le false visite; impedire l’uscita dal box di battuta del battitore) alle più hard (limite delle due ore e mezzo; limite dei sette innings; tre balls e due strike; introduzione del tie-break).nLo so che i puristi del baseball (anche io sono tra quelli) storceranno il naso. Ma il mondo cambia. La Tv e l’auditel dettano legge. Se vogliamo sfondare dobbiamo stare al loro gioco.
nnPROMOZIONE
nQuello che serve oggi in Italia è: se-mi-na-re. Io ho sempre saputo che si inizia a costruire dalle fondazioni. Noi invece abbiamo arredato un bel salotto in una casa che ne è priva e cerchiamo di nascondere le crepe con qualche Morandi o De Pisis.
nUno sport non si può imporre dall’alto. Non ci sono riusciti in Usa con il soccer, figuriamoci noi con il baseball.
nE’ per questo che per affermarsi bisogna puntare di più sulla promozione, sulla propaganda ma, soprattutto, sulle scuole. Se non c’è background culturale non s’impone niente. Bisogna prima lavorare per questo: creare le condizioni per poter amare e comprendere il baseball.
Il giorno in cui non cento, ma centomila bambini, capiranno di baseball, sarà il giorno in cui il baseball potrà sfondare veramente
nBisogna quindi impostare dei programmi di penetrazione nelle scuole. Programmi validi, coordinati, graduati, con nuove regole di gioco, materiali più soft, validi anche dal punto di vista educativo. Per le scuole elementari e medie va bene il tee-ball. Per quelle superiori e per l’università va bene lo slow-pitch. Il divertimento è garantito, la pericolosità è limitata ed occorrono meno tecnici esterni.
nL’obiettivo non deve essere quello di andare nelle scuole solo per cercare il nuovo talento da portare nelle società e poi fregarsene degli altri. Gli insegnanti fanno presto a mangiare la foglia e dopo un anno o due ci sbattono la porta in faccia.
nLo scopo deve essere quello di far conoscere il nostro sport ed educare i ragazzi alla pratica. Solo se avremo una base ricettiva potremo sperare di imporre un prodotto altrimenti di difficile commercializzazione.
nnCATEGORIE GIOVANILI
nInfine due parole sull’attività giovanile della quale mi sono maggiormente occupato in questi anni. E’ la porta d’ingresso del nostro movimento, ma è una porta male utilizzata e poco oliata.
nE’ mia opinione personale che l’attuale impostazione dei Settori Giovanili sia da cambiare. nAd esempio va cambiata la suddivisione delle categorie.
nCome obiettivo a breve dobbiamo avere quello di dividere in due l’attuale categoria Ragazzi introducendo una categoria di Minibaseball (1993-1992-1991), senza lanciatore (basta il tee-ball oppure il lanciatore esterno) e non agonistica (solo gioco ed impostazione dei fondamentali come nel minibasket che comunque interessa anche bambini più grandi) ed in una categoria Ragazzi (1990-1989) più o meno strutturata come l’attuale ma con alcune nuove regole (tipo il lancio curvo dichiarato lancio illegale).
nIn queste due categorie bisogna puntare di più sulla formazione e sui fondamentali e meno sui risultati.
nCome dice giustamente Primo Allegri, in un suo articolo pubblicato in rete, molti bambini arrivano a conoscere anche sette-otto segnali, oppure sanno fare lo slash, ma poi sono scarsi nei fondamentali.
nCome obiettivo a medio termine dobbiamo poi mirare ad introdurre una categoria intermedia con lanciatore a 16 metri e diamante più piccolo da chiamare ALLIEVI (1988-1987). La categoria CADETTI potrebbe restare più o meno quella attuale ma con differenti classi di età (1986-1985).
nInfine la Juniores (1984-1983-1982 più qualche fuori quota).
nA lungo periodo si potrebbe infine pensare anche a reintrodurre un Torneo Primavera (Under 24/25) per le squadre di serie A. Potrebbe sostituire quella che un tempo era la partita dei giovani, ma non contare più per il campionato (che vedo meglio sulle due partite).
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