Stefano Procacci ci scrive

Ciao Alessandro,nanche se all’ultimo minuto, ma vorrei dire la mia su queste che sono le elezioni più interessanti che io possa ricordare.
n nPer quella che è la mia esperienza penso di poter rilevare che, al di là delle parole d’ordine, le differenze tra Notari e Dalla Noce possano essere ricondotte ad un paio di punti fondamentali.
nEntrambi più volte rimarcati negli interventi che avete pubblicato.
nDa una parte abbiamo un dirigente accentratore, dall’altra abbiamo a che fare con un gruppo di persone raccolto intorno alla figura di Dalla Noce.
nUn gruppo che, oltre a dare una inaspettata sensazione di collegialità, nelle intenzioni sembra avere una visione delle nostre discipline legata alle esigenze ed alle regole del mercato e pronto a rispondervi. Cosa non esattamente corrispondente al pensiero di Notari, probabilmente più vicino ad una visione istituzionale che non privatistica dello sport.
n nMartedì passato, nel corso della conferenza stampa di Dalla Noce, sentendo dire che nell’ambito dei dirigenti e dei tecnici andrà creato un nuovo modo di intendere le nostre discipline, che andranno create delle nuove professionalità, mi è sorto un dubbio.
nAd una mia richiesta di chiarimenti è stato detto “tutti sono necessari nessuno è indispensabile, chi non ci stà va via”.
nVia Notari d’accordo, anche se io avrei preferito vedere un passaggio di consegne e non uno scontro aperto come quello che è sotto i nostri occhi, comunque ciò che mi preoccupa è altro.
n nNel corso delle mie esperienze di dirigente sportivo ho sempre sostenuto che l’anomalia italiana dello sport in mano ai volontari è da considerare sbagliata. Che lo sport deve essere gestito, innanzi tutto, da professionisti. Da persone in grado di gestire quello che nel tempo ha perso i connotati del dopolavoro ed è diventato un’azienda a tutti gli effetti.
n nQuindi in linea di principio le affermazioni di Luca Felletti mi trovano d’accordo, anche se professionista non automaticamente deve corrispondere a privato.
n nQuello che mi chiedo è se il “mondo” del baseball e del softball, noi tutti, siamo pronti a quella che si prospetta come una svolta radicale nel nostro modo di operare.
n nNel caso che le elezioni dovessero essere vinte dal gruppo di Dalla Noce credo che si preparerà un faccia a faccia molto più duro di quello a cui stiamo assistendo, dato che molti tra quelli che si occupano di baseball e softball sono abituati ad una gestione assistenzialistica da parte della F.I.B.S., cioè non proprio quanto nella testa di Dalla Noce e compagni, i quali probabilmente chiederanno di farsi da parte ad una serie di persone che fino ad oggi hanno fatto sopravvivere le proprie società e le proprie squadre.n
nInfine voglio dire che una cosa è la critica alla gestione della F.I.B.S. da parte di Notari, assolutamente di cattivo gusto invece attaccare lo stesso su questioni strettamente personali. Una caduta di stile che non mi aspettavo soprattutto in un signore quale è Everardo Dalla Noce.

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