Ieri sera sono tornata al ‘Pink Pony’. Prima però ho dovuto guardare le partite del campionato di college di pallacanestro. Questo è il periodo che noi in America chiamiamo ‘La follia di Marzo’, ragazzi!
Giocavano sia Stanford che UCLA, imperdibile!
UCLA per la verità ha perso contro Duke, ma Stamford ha battuto Cincinnati e passa il turno.
Noi americani amiamo le competizioni di college. La gente sostiene chi gli ha dato un’istruzione. Poi, è una questione di ‘campanile’. ‘Costa Ovest’ contro ‘costa est’: c’è profonda rivalità!
Vi dicevo del ‘Pink Pony’: Gwen Briley, la proprietaria, mi ha invitato ad ascoltare il loro intrattenimento musicale, così sono andata e ho subito ordinato una birra. Oltre alla solita gente c’era qualche volto nuovo.
Il loro musicista credeva forse di essere a Las Vegas. Aveva un completo nero, un giubbotto giallo chiaro e i capelli impomatati. Al dito gli ho notato un gigantesco anello d’oro con una pietra rosa. Roba classica! Ha cantato le sue versioni di Neil Diamond, Tony Bennett e Frank Sinatra, accompagnato da una base registrata. Un tipo mi ha presa per un braccio e mi ha portata a ballare. Era un ‘lento’, così mi ha tirata verso di sé, facendomi muovere con lui per la pista da ballo. Divertente. Era da molto che non ballavo così! Continuavo a ridere.
Dopo la canzone sono tornata al bar e ho ordinato un’altra birra. E’ arrivata diversa gente della ‘Bay Area’, così mi sono unita a loro. Abbiamo fatto 2 risate e parlato molto di baseball e dei Giants. E’ andata a finire che, per la seconda sera consecutiva, siamo rimasti fino alla chiusura. Bellissimo! Una mia amica fa una festa, questa sera. Ci saranno molti ragazzi dei Giants. Dopo la festa, andremo a ballare. Quanto avrò da raccontarvi, domani
Parcheggio e mi incammino verso lo stadio. Sento che nel mio stomaco volano le farfalle (modo di dire tipico del baseball che indica emozione, n.d.t.). Per me entrare in uno stadio da baseball è sempre emozionante.
Bob Brenly (manager degli Arizona DIAMONDBACKS, n.d.t.) è appena entrato in campo e sta scherzosamente molestando i suoi amici dei Giants. E’ stato giocatore e coach dei Giants, prima di diventare telecronista per ‘Fox Sports’. Dietro di lui ci sono il prima base Mark Grace e il terza base (ed ex Giants) Matt Williams. Sorprendente: sono lì che chiacchierano dietro la ‘gabbia di battuta’, come ai vecchi tempi.
In battuta è appena andato Barry Bonds. Lo osservo da dietro, guardando attraverso le maglie della rete. Prima che mi possa rendere conto, ha già battuto una palla oltre la rete dietro l’esterno centro. Incredibile! Che potenza, che occhio! Oh, ma è arrivato Dusty Baker, abbiamo un appuntamento per l’intervista.
Inizio chiedendogli un consiglio per i ragazzi italiani che si avvicinano al baseball: Giocate, correte, tirate. Non è proprio necessario far parte di una squadra che gioca un campionato, basta giocare per strada con gli amici, magari usando una palla da tennis. Serve per rinforzare le gambe e il braccio e soprattutto per innamorarsi del gioco. Dovete guardare, notare e imparare ad amare osservando. Poi cercate di emulare quello che vedete. I buoni atleti sono ovunque e il baseball sta diventando un gioco mondiale. Guardate cosa è successo in Giappone, Corea, la Repubblica Dominicana e l’Australia. Anche l’Italia ha la sua possibilità di dare un contributo al gioco. Anni fa c’erano molti italiani che giocavano a baseball, soprattutto nella ‘Bay Area’. C’era una grande tradizione italo-americana nella ‘Pacific Coast League’, con squadre come i San Francisco Seals e gli Oakland Oaks.
Che consigli possiamo dare agli allenatori italiani? C’è una linea molto sottile tra ‘vincere’ e ‘far crescere i tuoi giocatori’. Cercate di dedicare più attenzione alla crescita dei talenti. Iniziate con i ‘fondamentali’. Negli Stati Uniti lavoriamo molto sui ‘fondamentali’. Voglio anche dire che non esiste un solo modo per battere. Certo, ci sono concetti di base, ma compito di un coach è aiutare un giocatore a sviluppare il suo swing. Non siamo lì per creare dei cloni!.
Dusty ha appena vinto il premio di miglior manager della ‘National League’ per la terza volta dal 1993. Stupefacente, ma in effetti Dusty è una persona eccezionale. Adesso mi avvicino al terza base dei Diamondbacks Matt Williams.
Che consigli dare ad un giovane interno? Lavorate il più possibile con la palla a terra. La ripetizione è la chiave. Dovete entrare in una routine di lavoro e costruire la mentalità per stare in partita. Sappiate che non è necessario essere ‘belli’, se riuscite comunque a fare gli out. State coi piedi per terra e ricordate che ‘prendere’ la palla è solo metà del lavoro. Poi bisogna anche tirarla in seconda o in prima.
Matt è conosciuto per avere ‘mani morbide’. Così gli chiedo cosa significa questo giudizio: Significa che io gioco sempre con le mani rilassate. E’ necessario, se le mani sono rilassate è meno facile che la palla cada dal guanto.
La mia ultima domanda non è troppo originale, perché praticamente conoscevo già la risposta. Cos’è per te il baseball? La mia passione! Non è necessario essere 1.95 e pesare 90 chili per essere un bravo giocatore di baseball. Tutto quello che serve è una buona coordinazione occhi-mani. Se gli date l’opportunità, chiunque può praticare questo sport. Qui noi cresciamo con il baseball, per questo siamo bravi. A quel che ne so, in Italia crescete giocando a calcio e infatti siete bravissimi nel calcio. Ma il baseball si sta espandendo e sono convinto che presto avremo italiani che giocano in America.
Vedo Doug Mirabelli, il catcher dei Giants. La sua famiglia viene dalla Sicilia. Per il momento voglio il suo punto di vista su cosa significa giocare catcher nelle ‘Grandi Leghe’: La forza fisica è necessaria, ma fino ad un certo punto. Il catcher è praticamente un allenatore in campo. Il manager può entrare in campo solo poche volte, così mi prendo delle responsabilità la fuori. E’ lo stesso ruolo che ha il ‘quarterback’ nel football. Io do indicazioni a tutti su come posizionarsi su un determinato battitore, così devo conoscere la forza di ogni singolo battitore. Abbiamo le relazioni degli scout in anticipo e le esaminiamo approfonditamente con i lanciatori. Visto che di solito affrontiamo una squadra in serie di 3 partite, la prima gara seguo quello che ho letto nelle relazioni, nella seconda faccio delle modifiche a seconda di quello che ho visto e nella terza sono ancora più preparato. Osservando un battitore impari moltissimo, soprattutto sui lanci che lo possono mettere in difficoltà.
Una ‘frase fatta’ del baseball è ‘quel battitore ha un buco nello swing’. Cosa significa, Doug? Che nessun battitore è perfetto. Certo, i migliori hanno pochi ‘buchi’, ovvero poche aree della zona dello strike dove non sono in grado di fare il contatto giusto per mettere la palla in gioco. Poi ci sono quelli che hanno molti ‘buchi’ e non sono una minaccia. Ogni squadra ha una ‘star’ e lo scopo è quello di non lasciarsi battere da lui. Barry Bonds è la nostra ‘star’, quello che si presume arrivi sempre in base. Così gli altri lo giocano con particolare attenzione, per non lasciarsi battere da lui.
Quello del catcher è un lavoro spossante, visto che deve rimanere accucciato per ore. Ho chiesto a Doug cosa fa per rimanere in forma: A fine stagione faccio potenziamento con i pesi per aumentare la forza. Faccio poche ripetizioni con carichi elevati e calo quando si avvicina l’inizio del campionato. Durante la stagione faccio pesi una volta alla settimana, includendo la parte superiore del corpo. Lo scorso anno mi sono reso conto che stavo facendo troppi pesi per la parte superiore del corpo e avevo troppa massa. Non avevo la giusta flessibilità della spalla perché i miei muscoli erano troppo grossi. Così è andata a finire che si è creata pressione sul gomito del braccio con cui tiro e ho passato un anno intero con la tendinite.
E’ iniziato il ‘BP’ dei Diamondbacks. Jay Bell e Matt Williams stanno battendo nella rete. A turno si alzano la pallina e un sacco di gente si ferma ad osservarli, compresi molti giornalisti.
Dusty fa battere il suo figlioletto Darren dal ‘tee’. E’ così carino! Ha una piccola divisa dei Giants con il numero 12, proprio come il papà. Ooops, ha appena colpito Matt Williams al ginocchio. Beh, avrà tempo per imparare, visto che non ha ancora compiuto 2 anni. Dusty è convinto che si debbano aprire gli spogliatoi ai bambini. Autorizza i giocatori a portare i loro figli, anche le ragazzine. E’ convinto che si debba tramandare la passione per il baseball alle generazioni successive. Non tutti i manager la pensano così.
Sono le 12, ora di pranzo. Così salgo in sala stampa. A tavola mi siedo ‘solo’ con il radiocronista che è il mio eroe personale, Lon Simmons. Ha una voce magica. Lon ha commentato le partite dei Giants, degli A’s, dei 49ers e dei Warriors. Ha una voce così particolare. Tutti nella ‘Bay Area’ lo amano. Oltretutto, a parte un grande radiocronista, è un comico eccezionale. Mi ha fatto ridere per tutto il pranzo.
Inizia la partita. Per i Giants lancia Shawn Estes, per i D-backs Miguel Batista. Per Arizona non gioca Williams, che praticamente sta facendo da secondo a Bob Brenly.
Arizona è in vantaggio, 1-0. Vanno in base per ball in fila Barry Bonds e Jeff Kent, una cosa che non si vede spesso. Ma J.T. Snow batte una palla a terra comoda al centro.
Lo stadio è pieno. Non si distingue l’erba delle colline dietro gli esterni. E’ un mare di colori. I tifosi di Arizona sono qui in forze, d’altra parte la sede dei D-backs è Tucson, appena 2 ore a sud rispetto a Scottsdale. Giocano in casa.
Wow, Juan Gonzalez l’ha sbattuta contro il muro a destra. E’ in seconda in piedi. Oh, no. Un’altra legnata: Arizona 2-S. Francisco 0. Almeno Steve Finley si fa eliminare al volo da Jeff Kent in seconda…
Hey, a momenti mi prendo una pallina in testa! L’ha lanciata in mezzo al pubblico Eric Davies, che è ‘on deck’. Io guardavo J.T. Snow in battuta, mica lui! Cavolo, mi è arrivata vicina!
Vai! Due lanci, due fuoricampo di Barry Bonds e Jeff Kent. Il pubblico è impazzito! Il fuoricampo di Barry è uscito altissimo a destra. Fossimo stati al ‘Pac bell Park’ (lo stadio di S. Francisco, n.d.t.) sarebbe arrivata in acqua. C’erano 2 in base, quindi vale 3 punti. Il fuoricampo di Jeff invece è uscito al centro, tracciando una bellissima parabola nel cielo del deserto dell’Arizona.
Osservo il catcher dei Giants Bobby Estalella che si sta preparando a battere proprio di fronte a me. Che cosce muscolose, Bobby, e che bei tricipiti!
Arizona ha pareggiato
no, aspettate, è passata in vantaggio. Temo di aver visto un’altra sconfitta dei Giants.
Oggi c’era ancora più gente di ieri ad aspettare i giocatori. Questo in effetti è l’ultimo fine settimana dello ‘Spring Training’. A proposito, i Giants iniziano la stagione lunedì 2 aprile.
Domani non sono in programma partite, mi dedicherò ad una visita di Scottsdale. Se volete venire…Ciao dal deserto dell’Arizona (in Italiano nel testo, n.d.t.).
traduzione di Riccardo Schiroli
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