'Visiterò l'Italia appena smetto di giocare'

Di Barry Bonds e del suo fuoricampo numero 500 (dopo la partita di questa notte sono per la verità 503…) si è parlato tanto. La sorpresa di oggi per i lettori di baseball.it è che, per una volta, faremo parlare lui.

Barry Bonds è nato nel 1964. E’ stato un grandissimo atleta fin dai tempi della ‘High School’. A Serra, nei pressi di San Mateo, era una ‘star’ del football e del basket, oltre che del baseball. Al ‘College’ ha frequentato l’Arizona State University, chiudendo una carriera di 3 anni con 45 fuoricampo e una media battuta di 347. Un suo primato interessante è quello delle 7 valide consecutive battute nelle ‘World Series’ universitarie del 1984.

Ho avuto l’occasione di parlare con Barry poco prima della partita di martedì notte con i Cincinnati Reds. Poco prima che iniziasse l’allenamento di battuta, il ‘rituale’ che precede ogni gara, Bonds mi ha dedicato un po’ del suo tempo.
Per prima cosa gli ho chiesto cosa si prova a battere 500 fuoricampo. Reazione: Hey, ne ho fatti 502! E di lì a pochi minuti sarebbe arrivato a 503, ma ancora non poteva saperlo…
Dopo una pausa ha ripreso: Non lo so più, non ricordo precisamente le sensazioni di quel momento. Ma di certo mi sono sentito alla grande!.
Ho fatto ridere Barry quando gli ho parlato del fatto che ero in tribuna, la sera fatidica. Gli ho chiesto se mi aveva sentita gridare: No, purtroppo non ce l’ho fatta a sentirti…..
Barry mi ha guardato incuriosito, quando ha scoperto che questa intervista sarebbe stata pubblicata da un organo di stampa italiano: Appena smetto con il baseball, una delle prime cose che voglio fare è visitare l’Italia. I miei 3 figli ci sono già stati. La loro mamma è svedese e tutti gli anni passano l’estate in Europa. Infatti parlano 3 lingue: oltre all’Inglese, lo Svedese e il Tedesco. Anch’io parlo un po’ di Svedese, ma ormai mi sono arrugginito. Così, se ogni tanto parlo con i ragazzi in Svedese, lo faccio per dimostrare ai miei figli che loro padre li capisce, quando gli rivolgono la parola. E ride di gusto.
Puoi dare qualche consiglio ai ragazzi italiani che giocano a baseball, Barry? Mah, prima di dare consigli dovrei vederli giocare. Non posso sapere cosa gli è stato insegnato dai loro allenatori e cosa hanno imparato. E’ difficile dare suggerimenti a qualcuno che non hai mai visto di persona.
Barry mi guarda beffardo e poi aggiunge: Ma sei sicura che l’Italia sia il paese giusto per crescere giocatori di baseball? Secondo me ci sono troppe distrazioni, in Italia, perché un ragazzo si concentri sul baseball…ad esempio troppe belle donne!.
Prosegue con il monologo, mentre sceglie la mazza da usare nel pre partita: Sai cosa ho sempre pensato? Che il posto migliore per impiantare una scuola di baseball sia l’Africa. Ci sono ottimi atleti e, purtroppo per loro, non molto altro da fare….
Poi, mentre indossa la casacca da ‘batting practice’ e un paio di scarpe Nike appena uscite dalla scatola, Barry si fa più serio: Il mondo delle ‘Majors’ è duro per tutti. Guardate le difficoltà che hanno campioni come i giapponesi, quando tentano di farsi largo qui.
E all’improvviso il mio tempo scade. Con un breve cenno di saluto Barry mi volta le spalle, afferra il cappellino dei Giants e se lo infila con la visiera sul retro. Poi, con passo morbido, esce dallo spogliatoio e scende in campo.

claire

Claire Matthew è nata e cresciuta nella 'Marin County', poche miglia a nord di S. Francisco.Da bambina ha osservato a 'Candlestick Park' i vari Willie Mays, Willie Mc Covey e Juan Marishal esibirsi con la maglia dei San Francisco Giants. Così, dalla più tenera età, si è innamorata del baseball e ha iniziato a scambiare figurine con i suoi fratelli Chris e Paul.Successivamente il baseball è diventato una professione. Per 5 anni ha lavorato proprio per i Giants come 'coordinatrice degli eventi promozionali' presso l'ufficio 'vendita biglietti'.Il suo secondo amore sono le gare automobilistiche. Claire è stata coinvolta in competizioni di ogni livello, lavorando per diverse 'scuderie' come addetta alle pubbliche relazioni e alle sponsorizzazioni.Oggi è una libera professionista nel settore delle pubbliche relazioni. Il suo ufficio è a Greenbrae, nella California del nord. E' specializzata nell'organizzare eventi per la raccolta di fondi e nell'ottenere spazi sui media per le organizzazioni coinvolte negli eventi.E' la madre 'single' di Alison (20 anni) e Rhianna (19).

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