Eric Davis indossa la divisa con il numero 22, un solo numero di differenza rispetto al mio amico Shawon Dunston, che ha il 23. Nello spogliatoio hanno anche gli armadietti vicini. E tutti e 2 nel 2000 giocavano nei St Louis Cardinals, prima di firmare in inverno per i Giants di S. Francisco.
Erci Davis ha recentemente dichiarato di aver intenzione di ritirarsi alla fine della stagione. Diventerai un coach? No, non allenerò l’anno prossimo. Se devo andare allo ‘Spring Training’, mettermi in divisa, essere in giro tutto l’anno, allora gioco! Mi prenderò qualche anno di pausa. Poi magari prenderò in considerazione l’ipotesi di diventare allenatore.
Con tutto quel tempo libero, allora ti darai al golf? Ho cercato di colpire una pallina bianca per 21 anni. Perché mai dovrei continuare a farlo, gratis oltretutto!.
Molto divertente. Forse dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di fare spettacoli come comico. Di certo, ha fatto ridere me
Con tutto quel che gli è successo, è sorprendente che Eric Davis abbia ancora senso dell’umorismo.
Eric è sopravvissuto al cancro. E lo ha fatto come giocatore di Major League. Com’è possibile affrontare cicli di Chemio-terapia mentre si gioca a baseball da professionista? La Chemio non mi ha creato troppi problemi. Riuscivo a mangiare, mentre facevo i cicli. La Chemio è un veleno. Se non hai qualcosa nello stomaco durante il trattamento, ti viene la nausea. Prima di ogni seduta cercavo sempre di mangiare. Dopo un giorno e mezzo, più o meno, stavo bene. Mia moglie mi ha aiutato preparandomi delle tisane. Servono a reintegrare molti dei fattori nutritivi che il veleno si porta via.
Ricorderete che tutto questo accadde quando Eric giocava per i Baltimore Orioles, durante la ‘regular season’. Da un punto di vista logistico, come riuscivi a fare il trattamento? Il programma di cura prevedeva una seduta alla settimana per una durata di 37 settimane. Ovviamente per la Chemio dovevo andare in ospedale. Quando eravamo in trasferta prendevo accordi con ospedali vicini a dove giocavamo. Dopo la trasferta andavo all’ospedale di Baltimora. Adesso faccio un controllo ogni anno per verificare le mie condizioni.
Mentre racconta, è calmo e obbiettivo. Sembra quasi che mi stia raccontando come sono andate le vacanze estive. Com’è possibile? E’ possibile. La malattia è quello che è, né più né meno. E’ quello che è. E con questo, si congeda con una risata. Che storia incredibile.
Eric Davis ha avuto una grande carriera come giocatore. E’ nato a Los Angeles, California. Da bambino giocava con il suo buon amico Darryl Strawberry. Nel 1990 faceva parte dei Cincinnati Reds campioni del mondo.
Ricordo che ero tra il pubblico a Oakland per gara 4, quando vinsero la partita decisiva contro gli Athletics. Ricordo che non fu una bella serata. Ora però, dopo aver conosciuto l’uomo e la sua storia, quella sera di tanti anni fa assume un significato completamente diverso.
Eric Davies è passato attraverso problemi che molti di noi non sperimentano in una vita e gioca ancora nelle Major Leagues.
Ti auguro le migliori fortune, Eric. E ti ringrazio per essere un Giant (letteralmente, un gigante, n.d.t.), sia in campo che fuori. Ci mancherai.
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