I fratelli Jason e Jeremy Giambi stanno vivendo il loro sogno di gioventù. Sono infatti nella invidiabile situazione di giocare assieme nelle Grandi Leghe e nella stessa squadra. Addirittura, quest’anno hanno spesso battuto uno dopo l’altro.
Ho recentemente incontrato i fratelli Giambi e la prima cosa che mi interessava chiedere era cosa rappresentasse per loro vestire il ‘verdeoro’ degli Oakland Athletics.
Jeremy, il più giovane, ha risposto: Sto assaporando ogni momento. Gli A’S mi hanno dato una grande opportunità. Lo scorso anno abbiamo portato gli Yankees fino a gara 5, senza mai mollare. Abbiamo davvero provato a sfidarli. Ci abbiamo preso gusto e vorremmo rifare i play off.
Jeremy mi ha parlato di suo fratello Jason: Lo scorso anno l’ho visto vincere il titolo di MVP dell’American League’. E’ stato bellissimo. Il fatto di giocare con lui mi fa spesso pensare che siamo ancora bambini che si sfidano nel cortile di casa.
Quale atteggiamento hai nei confronti del baseball adesso? Per giocare a questi livelli bisogno porsi degli obbiettivi e dare tutto quel che si ha. E’ molto sbagliato arrivare a dire a se stessi ‘magari avessi fatto quella cosa’. Non bisogna mai avere rimpianti. Parole sagge, per un ragazzo così giovane. Jeremy ha senza dubbio la personalità più intensa dei due fratelli.
Jason si comporta più da spalla. Ha appeso sulla parete davanti al suo armadietto delle foto di Goldberg, il suo idolo nel wrestling. Sopra il cartello col suo nome campeggia invece una figurina sua e di suo fratello.
Jason, cosa significa per te giocare negli A’S con tuo fratello Jeremy? E’ qualcosa di grande. Non c’è niente di più importante della famiglia, per me. Mentre lo diceva, potevo notare l’emozione nei suoi occhi. Infatti enfatizzava le parole con la gestualità delle mani.
Poi ha detto una cosa che non mi aspettavo: E’ la prima volta che giochiamo assieme. Jeremy ha 4 anni meno di me, così anche a scuola non siamo mai stati nella stessa squadra. Quando lui era con Kansas City, almeno ci ritrovavamo sullo stesso campo. Adesso siamo nella stessa squadra. E’ meraviglioso. Jeremy è il mio miglior amico. Viviamo assieme qui e possediamo anche una casa a Las Vegas. Ho riso, quando l’ha detto. Gli ho fatto notare che è sorprendente. Non conosco troppa gente che amerebbe vivere con fratelli e sorelle, una volta adulti.
Jason ha sorriso e risposto: Abbiamo avuto le nostre liti, ma non ci sono ancora stati occhi neri: siamo davvero amici.
Ho chiesto a Jason di parlarmi della sua origine italiana: La famiglia di mio padre viene dalla Sicilia del nord. La famiglia di mia madre invece è irlandese.
A vederli, si direbbe che è ovvio. Così intensi e decisi!.
Ho cercato di scoprire come avevano iniziato con il baseball. Jason ha detto: Grazie al pieno appoggio della famiglia. Quando giocavamo in Little League nostro padre passava i fine settimana a lanciarci per l’allenamento di battuta. Avevamo anche il ‘tee’ per allenarci. Nostro padre è stato molto bravo ad insegnarci a battere (leggenda narra che corregga tutt’ora il loro swing, n.d.r.) In effetti da bambini volevamo provare tutti gli sport. E’ una buona idea, così si capisce per cosa si è portati veramente.
Prima di lasciare Jason Giambi, mi è parsa d’obbligo una domanda sul contratto. Il suo scade alla fine di questa stagione, quindi il suo futuro ad Oakland appare incerto. Prima di rispondere, Jason si è passato le mani trai capelli: Ho lavorato davvero molto duro per arrivare a questo livello e adesso mi merito di sapere cosa hanno in mente per me. Il problema è che io ho chiesto un contratto con una clausola che impedisca alla società di cedermi e loro non vogliono concedermela. Ma io amo Oakland. Qui abbiamo l’opportunità di costruire una dinastia vincente. Abbiamo lanciatori partenti eccellenti e molti giovani di talento. Per cui, io vorrei rimanere ed essere parte di questa dinastia vincente.
Chi abita nella ‘Bay Area’ vuole assolutamente che Jason rimanga.
Nel frattempo, i fratelli Giambi si stanno godendo ogni minuto di questa esperienza nella stessa squadra. Le lancette dell’orologio camminano e tutto questo potrebbe essere un ricordo entro poche settimane.
traduzione di Riccardo Schiroli
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