Mi è sempre piaciuto guardare Mark Grace giocare a baseball. Vederlo con la maglia viola dei Diamondbacks mi sembra strano. Lui è uno dei Cubs, non posso immaginarmelo senza la maglia bianca con righe blu e un orsetto come simbolo.
Per la verità con Arizona sta lottando per arrivare alle “World Series”.
Che sensazioni hai riguardo questa stagione? E’ il mio quattordicesimo anno nelle Grandi Leghe. Il tempo è passato alla svelta, ma a me piace competere e mi diverto ancora. E’ come salire su un palcoscenico. Noi siamo in pratica gli attori. Diciamolo, facciamo una vita bellissima. Ci pagano bene, visitiamo le città più belle e conosciamo culture diverse.
Cosa ci dici dei Diamondbacks? Ci divertiamo molto. Secondo me, ci sono giocatori che non si divertono abbastanza, in giro. Nelle Major c’è molta pressione e se non ti diverti giocando, non ne vale la pena.
Nei Cubs Mark era il prima base di una squadra di stelle che aveva il mio amico Shawon Dunston come interbase. Ti ricordi Shawon? Come no! E’ il mio compagno di squadra preferito di sempre. E’ un grande giocatore e una persona magnifica. Abbiamo giocato 10 anni assieme e ci siamo aiutati a vicenda a migliorare, ci siamo nutriti l’uno delle qualità dell’altro. Poi ha riso quando gli ho confessato che Shawon mi aveva raccontato di essere la ragione per cui Grace aveva vinto tanti ‘guanti d’oro’.
Ho chiesto a Mark cosa preferisce del baseball: Giocare contro i migliori del mondo. Adoro competere e mi esalta sapere che gli altri provano lo stesso sentimento giocando contro di me. Voglio dire, non si sarebbe detto che sarei arrivato così in alto, dopo l’Università sono stato scelto al 24esimo giro. Mi dicevano che non avrei fatto granché. In effetti, le probabilità sono contro la ‘roba’ come me. Parole sorprendenti, ma nella sostanza hanno il significato di altre dichiarazioni già sentite. La morale è che lui ha voluto arrivare più di altri.
Ha proseguito sull’argomento: Per giocare a baseball bisogna lavorare. Ascoltare gli istruttori. Sono più esperti di te e sanno meglio di te quel che c’è da fare. Se davvero lo vuoi, avrai la possibilità di cogliere le occasioni. E’ quello che ho fatto io. Non so cantare, non so ballare, ma so giocare a baseball. Quando smetterò non so ancora se mi dedicherò ad allenare o a fare il telecronista. In ogni caso, voglio far qualcosa che mi permetta di insegnare agli altri il baseball.Saresti un bravissimo insegnante, Mark. Hai una passione per il gioco il cui fuoco brucia ancora, dopo tutti questi anni.
La media vita di Mark Grace è 308.
traduzione di Riccardo Schiroli.
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