Il baseball italiano ha scelto Riccardo Fraccari.
Non mi sembra una notizia da poco, perché il voto di sabato 8 dicembre a Roma è un segnale chiarissimo. L’elezione di Fraccari, infatti, chiude una volta per tutte l’era di Aldo Notari, il più grande dirigente che il nostro baseball ha avuto e che da oggi in poi fa definitivamente parte del passato. Non a caso Notari appoggiava, più o meno apertamente, Bruno Bertani e ha fatto un’apparizione al Jolly Hotel di Roma in mattinata.
A proposito di Bertani, il presidente del Bollate ha perso con grandissima dignità e di questo gli va dato atto. Stando ai suoi commenti a caldo, non è affatto da escludere che qualche società gli abbia all’ultimo momento voltato le spalle. Ma il successo di Fraccari è netto ed è maturato durante gli interventi.
La squadra di Fraccari ha portato gioventù e argomenti sul palco, catturando l’attenzione dei presenti con interventi mirati e sintetici di Marina Centrone, Monica Corvino, Massimo Fochi e Rossano Rinaldi. Lo stesso candidato presidente ha saputo chiedere il voto con una certa energia.
I consiglieri che facevano capo a Bertani, invece, hanno dimostrato ancora una volta che loro il consenso sono abituati a gestirlo, più che a cercarlo. E in caso di una tornata elettorale incerta, certo questo non è un pregio.
La vittoria più schiacciante di Fraccari si è avuta comunque al momento dello spoglio delle schede per il Consiglio Federale, che come vi abbiamo riportato nelle news vedrà 18 dei 19 seggi assegnati a uomini e donne del Gruppo Aperto. Che a questo punto ha tutto per governare bene.
Ora lasciateci lavorare è stata una delle prime cose dette da Fraccari quando il risultato del voto è stato chiaro. Sono personalmente sicuro che il baseball italiano non chiede altro.
Mi permetto di esprimere fiducia nel progetto di Fraccari. Innanzi tutto, perché è un progetto. Cosa che nel nostro baseball manca da quando io ho memoria. Solo lo scorso anno, ad esempio, il Gruppo Dalla Noce non era andato al di là di qualche proposta bislacca: dirette in TV dalla quarta ripresa in primis. E poi perché la sua squadra ha dimostrato di crederci.
Ora, sia chiaro, non voglio fare un elogio sbrodolato e tardivo. Però ammetto di essere rimasto colpito dalla ‘presenza che alcuni componenti del gruppo hanno dimostrato appena hanno preso la parola. Le due signore del softball, Monica Corvino e Marina Centrone, mi sono ad esempio sembrate intrise di sana, quasi adolescenziale, voglia di far bene. Permettetemelo: riscontrare questo in qualcuno candidato ad una carica politica riconcilia con il mondo.
Fraccari ha garantito che, tempo una settimana, conosceremo la formula dei campionati e gli staff delle nazionali. Comunicazioni che attendiamo ovviamente con ansia.
Nella giornata elettorale non tutto è filato liscio. A dimostrazione che spesso non è detto che chi parla abbia i titoli per farlo, un Candidato Consigliere ha votato senza averne diritto, qualcuno lo ha atteso al varco e per un po’ si è addirittura temuto che la votazione potesse saltare.
Inutile aggiungere che questo sarebbe stato un colpo mortale per il movimento. Si sarebbe tornati a votare in febbraio, con la stagione agonistica alle porte e nessuno spazio decente per programmarla. Solo a pensarci, mi vengono i brividi.
A parte qualche momento di delirio, l’assemblea ha deciso di agire con buon senso (altra cosa che mi risulta relativamente nuova, nel nostro mondo
) e gli stessi candidati si sono dimostrati galantuomini, invitando i loro sostenitori a far riprendere i lavori.
Come avrete notato, a Roma www.baseball.it c’era. A questo modo la nostra redazione ha completato un percorso iniziato il 21 gennaio e durato quasi un anno solare , attraverso il quale crediamo di aver reso un servizio a questo sport a dir poco impagabile.
Lodarsi da soli è quanto di più ingenuo si possa fare, ma spero mi consentirete comunque di dire che un’informazione completa, puntuale e super partes come quella offerta da noi, il baseball italiano non l’aveva mai avuta. Personalmente, non credo di aver avuto nella mia ancora molto giovane carriera soddisfazioni professionali pari a quelle provate in questi 12 mesi.
Oltretutto, sono convinto che siamo solo all’inizio. E quindi mi aspetto che il 2002 sia davvero un anno bellissimo. Se non sarà così, con le premesse che sono state gettate, sarà però bene rassegnarsi tutti assieme a fare di questo sport che ci appassiona un piccolo hobby senza ambizioni.
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