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Castelli alla Coach Convention

Ma allora è lui!.
Per i tecnici poco meno che quarantenni, il signore dal fisico atletico e una spruzzata di bianco nella chioma nera non può che essere “lui”. Il re, il mito, l'unico: Giorgio Castelli.
Ritiratosi ad appena 32 anni e con cifre carriera che non verranno eguagliate, Castelli è rimasto esiliato dal baseball per almeno 3 lustri.

E' stata una scelta volontaria, Giorgio? Veramente, nessuno mi ha mai chiesto di rientrare
Qualcuno si Ho parlato con Rossano Rinaldi, che mi ha messo in contatto prima con Valerio Pradal e poi con il presidente. Mi hanno invitato alla Convention e sono qui.
A fare l'uomo immagine? Io ho sempre ammirato Gigi Riva. Un uomo serio, di poche parole e che ha giocato tutta la carriera in una squadra sola. In effetti, il ruolo che ricopre lui nella nazionale di calcio mi sentirei di ricoprirlo io per il baseball.
Non un ruolo tecnico, di insegnante? Sai, io vedo che qui alla Convention parlano veri e propri fenomeni. Quando ascolti loro, hai già sentito tutto.
Tu resti il più grande italiano di tutti i tempi Cosa vuoi, affrontavo lanciatori non eccelsi. Con tutto il rispetto, sia chiaro.
Eppure gli americani non la pensavano cosìDai, ancora con questa storia! Non sono andato, e basta.
La famosa moto regalata dalla Federazione non influenzò la scelta? La moto fu un regalo dovuto alla mia eccellente prestazione contro l'Olanda ai Mondiali del '70 in Colombia. Vincemmo, si disse grazie a me, l'unica gara del Mondiale e l'allora presidente Beneck pensò a quel regalo. Ma è passata una vita.

Giorgio, prima di lasciarti agli incontri tecnici, ti convince il progetto di questa Federazione? Mi convince? Non credo di dovermi esprimere. Dico solo che il baseball italiano ha bisogno di cercare nuove strade e invertire la tendenza. Gli stadi vuoti non sono un bello spettacolo.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.