Oggi è giorno pari, e quindi…la giornata degli azzurri si apre con una colazione ‘normale, senza che nessuna debba implorare il cameriere per avere qualcosa di diverso da uova, pancetta, ecc… Alle 10 si parte dall’albergo; arriviamo al campo che i nostri avversari ancora non si vedono, ma si sa: da queste parti l’allenamento prepartita che si fa non è certo pari a quello a cui sono sottoposti i nostri ragazzi. Il sole ogni tanto sparisce dietro alle nuvole, e si passa continuamente da momenti di gran caldo a attimi in cui il vento rende la temperatura un po’ freddina; quando c’è, però, il sole è forte, e le parti del corpo dei ragazzi esposte lo testimoniano con un rossore notevole. Per alcuni momenti cadono anche alcune gocce di pioggia, ma niente di serio, che possa far pensare all’arrivo di qualche ‘shower. Gli allenamenti pre-gara si svolgono nel modo consueto: prima 45 minuti di riscaldamento e stretching, poi battute, infield e il resto della preparazione tecnica. L’ora d’inizio della gara si avvicina, e il direttore del camp Randy Kierce ‘pittura le linee del campo con una bomboletta di vernice
non è più comodo il gesso? L’organizzazione mette a disposizione dei panini per gli azzurri, circa un’ora prima dell’inizio della gara, ma sulla qualità dei sandwich vi risparmio il commento. Massellucci riunisce tutti i giocatori, e con loro commenta brevemente quello che è successo ieri sera; i ragazzi ascoltano in silenzio, e poi vanno ad indossare le casacche per la gara. Sugli spalti, oltre ai soliti ragazzini muniti di guanto, oggi ci sono due signori che dicono di essere degli scout provenienti dal Belgio, e che ora sono qui in Florida a visionare i ragazzi che partecipano al camp.
Un sapore più ‘vero alla gara di oggi lo dà la presenza di due arbitri, per altro abbastanza criticati durante la gara; l’umpire di casa base non sembra essere molto consistente, con le sue chiamate di ball e strike, e quando nel nono inning una palla che chiaramente colpisce un battitore viene considerata un lancio pazzo, la panchina italiana lancia nei confronti dell’arbitro i tradizionali epiteti che siamo abituati a sentire sui campi di calcio, con la differenza
che qua il giudice di gara non capisce l’italiano.
La partita è combattuta fino all’ultimo, e gli azzurri escono vincitori; Massellucci, che per tutta la gara siede pochi metri dal dugout, misurando con un cronometro le prestazioni dei suoi giocatori, è visibilmente soddisfatto, e concede ai ragazzi una visita ‘di gruppo ad un grosso centro commerciale. La nazionale rientra in albergo, per poi recarsi prima nel solito ristorante in cui stavolta ci si può permettere qualche ‘peccato di gola in più, e poi, appunto, in uno dei ‘Mall più grandi della zona. Siamo in America, e quando dico grande
intendo veramente grande; niente a che vedere con i centri commerciali più grossi della nostra penisola. Impossibile pensare di girare tutti i negozi nell’ora e mezza ‘concessa dai coach; i ragazzi(e il sottoscritto) rimangono particolarmente impressionati da ‘Field of dreams, un negozio che ha rubato il nome al famoso film con Kevin Costner, e al suo interno mostra una collezione di cimeli sportivi di assoluto livello. Roba da perderci la testa
e svuotare il portafoglio, fra palline, caschi da football e altro firmati dai più grandi campioni; la nazionale approfitta anche della presenza all’interno del centro di un grande magazzino di articoli sportivi, e alcuni giocatori rinnovano la propria attrezzatura. Inutile a dirsi, qua vengono vendute le cose più strane, la maggior parte delle quali in una serie di bancarelle ‘permamenti monotematiche posizionate fra un negozio e l’altro; colpisce l’occhio anche un enorme negozio di articoli vari addobbato per sembrare una giungla, con tanto di laghetti finti e alberi. Finito lo shopping, la nazionale rientra presto in albergo; domani si va verso nord, a Jupiter, ad affrontare una squadra sicuramente più forte delle prime due. In bocca al lupo, azzurri…
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