Alla notizia della grazia a Ruggero ‘Pantera Bagialemani, l’arbitro Franceschetti, controparte nella vicenda che ha portato all’interdizione per tre anni del giocatore nettunese, ha riconsegnato la tessera da arbitro.
A parte il risentimento personale, non vediamo cosa ci sia da eccepire.
Il Regolamento di Giustizia non prevede testualmente altro che, da un lato, ‘il presidente federale è competente a concedere la grazia purchè risulti scontata almeno la metà della pena, e dall’altro, che ‘può essere concessa soltanto a richiesta e che se ‘la sanzione sia stata irrogata per infrazioni disciplinare commessa nei confronti di ufficiali di gara occorre il parere preventivo del presidente del Comitato Nazionale Arbitri o Comitato Nazionale Classificatori.
La delibera del Presidente Federale soddisfa a tutte queste condizioni. C’è la domanda. A Bagialemani restavano da scontare sei mesi su tre anni. C’è il parere favorevole del CNA. Dove sta allora il problema?
La citazione del fatto che il giocatore ‘si è dichiarato, anche a mezzo stampa, molto dispiaciuto e pentito del comportamento scorretto e antisportivo tenuto nei confronti dell’arbitro Franceschetti al quale ha rivolto le proprie scuse è solo un dippiù.
Il procedimento penale pendente alla Procura di Rimini è altra cosa, e seguirà il suo corso. Lo stesso vale per l’indagine sospesa dal procuratore federale. E non sta scritto da nessuna parte che i pareri del CNA debbano raccogliere l’unanimità dei favori di tutti gli arbitri tesserati, siano essi parte interessata o meno. Così conta meno di un fico il perchè, per quali ragioni, la sanzione sia stata inflitta: fosse stato pure un tentato omicidio.Oppure la circostanza che in appello la pena sia stata confermata.
Tutto quello che era necessario c’è. E il contendere, nei fatti, può al limite essere ricondotto unicamente al se Bagialemani si sia scusato o meno, pubblicamente o personalmente, con l’arbitro (o ex-arbitro) Franceschetti. Sul fatto che lo abbia fatto sulla stampa
Altro paio di maniche è l’opportunità olitica o meno di concederla questa grazia. Tenendo conto di quel che un giocatore come Bagialemani ha dato nella sua carriera al baseball italiano, e non solo nettunese. Considerando che siamo in Italia, dove in prigione a lungo è quasi più facile starci da innocenti che da colpevoli, dove non c’è una pena che venga scontata per intero. Mi riferisco a gente che ha ucciso, tramato, messo bombe.
Se poi l’attuale presidente federale sia stato arbitro, presidente degli arbitri, e se abbia arbitrato assieme allo stesso ufficiale di gara Franceschetti, che significa? Che avrebbe dovuto a priori prendere le sue parti a prescindere, a difesa della casta?
Non togliere questi ultimi sei mesi di interdizione al giocatore non sarebbe stato solo una cattiveria gratuita nei confronti del Nettuno che lo ha scelto come tecnico, ma un vero e proprio volersi accanire contro una persona, un nome che volenti o nolenti è una bandiera del batti e corri di casa nostra.
Ma soprattutto, francamente, dovendo scegliere fra un Bagialemani, tecnico o giocatore, e un Franceschetti arbitro…
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