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Giochiamo? Ma quando giochiamo?

Sono stato, nel ribollire di idee che ha avuto luogo durante l’ultima campagna elettorale Fibs, e lo sono tuttora, acceso sotenitore delle tre partite settimanali per la serie A1, nonché dell’opportunità di anticipare al mercoledì sera le ‘garadue”, ove possibile.
Fui poi anche facile profeta nel pronosticare, appena si seppe che il tutto era lasciato alla buona volontà e ad accordi bilaterali fra le società, che la cosa si sarebbe risolta in una bolla di sapone.
E così è stato finora, nonostante si giochi ormai a tutte le ore (10, 10:30, 11, 16, 16:30, 20:30, 21) purchè rigorosamente nel fine settimana.
Le motivazioni sono molteplici: c’è l’elemento costo, ovvero il nolo del pullman supplementare, anche se, applicando il principio della ‘massima vicinioretà”, credo che non tutte queste trasferte sarebbero state effettuate in pullman. In secondo luogo, e questo ritengo sia un’argomentazione ben più pregnante, il nostro sport presenta una caratteristica peculiare, ovvero, nel corso di una partita, c’è un numero limitato di atleti, i lanciatori, che è sottoposto ad un affaticamento enormemente superiore al resto della squadra. E questi atleti necessitano di un tempo minimo di recupero fra una prestazione e l’altra.
Succede così che se si affrontano in anticipo due squadre di cui, per scelta o per calendario, una soltanto ha anticipato garadue anche al turno precedente, si crea una palese disparità sportiva, avendo l'altra squadra almeno un partente che ha potuto riposare quattro giorni rispetto a quelli dell’avversaria, fermi da un’intera settimana.
Chiarisco il concetto con un esempio: l’ottavo turno presenta un bello scontro Italeri-Semenzato, che sembrerebbe fatto apposta per l’anticipo, peccato che nel weekend precedente la Fortitudo sia impegnata nella difficile trasferta di Parma (che potrebbe però anch’essa godere dell’anticipo), mentre i Riminesi ricevono il meno impegnativo Colavita, il quale però non potrà certo andare a giocare in Romagna di mercoledì. Ecco che entrambe le formazioni hanno logiche giustificazioni per non organizzare la ‘wednesday night”.
Con lo stesso principio sono più o meno annullabili tutti i potenziali anticipi, con buona pace di una bella idea miseramente naufragata.
Chiaro che uno sport come il nostro, per il quale un solo quotidiano, la Gazzetta dello Sport, può (vuole?) rimanere ‘aperto” per pubblicare i risultati delle partite serali già il giorno successivo e lo fa solo ed esclusivamente per la finale, non è che debba poi sbattersi più di tanto per spalmarsi sulla settimana, perché corre il rischio, come effettivamente già si verifica nei playoff, di creare confusione, con articoli pubblicati a commento di incontri quando se ne sono già giocati altri.
Del resto, è anche vero che abbiamo bisogno di ‘eventi” vendibili a pubblico, sponsor e media, per far notare un po’ la nostra voce: eventi come l’Opening game che, a mio avviso, avrebbe già potuto essere seguito, per lo meno a livello di progetto, dall’organizzazione di un All star game e di una Final four di Coppa Italia.
In quest’ottica ci stanno pure alcune ‘Wednesday night”, che vanno però studiate a tavolino, in mancanza di una Lega (a proposito, qualcuno ne sa più niente?), dalla Fibs, proposte alla Consulta e, una volta approvate, imposte alle società prevedendole da subito nel calendario, punto e basta.
Ecco che quest’anno un turno di anticipi avrebbe potuto essere collocato subito dopo una delle due soste di giugno e agosto, ovviamente con le partite possibili (ad esempio Bologna-Rimini, Parma-Modena, Grosseto-Firenze e Nettuno-Anzio, lasciando per il weekend solo Paternò-Codogno).
Uno-due eventi di questo tipo possono essere utilizzati come veicoli di comunicazione, anche perché presentano scontri di sicuro richiamo, vista la collocazione geografica di alcune ‘grandi”.
Aggiungo a questo punto un’altra personale considerazione: in Italia si allestiscono squadre che devono sostenere per tutta la regular season tre partite a settimana, per poi essere forzate a disputare sette incontri in nove giorni quando ci si gioca tutto nei playoff. Sinceramente mi pare un’incongruenza. Credo si potrebbero riportare le semifinali al meglio delle cinque partite in due week end (2-3) e ‘spendere” un fine settimana in più per la finale (2-3-2) impegnandone tre.
In questo modo anche nei playoff le squadre sarebbero sottoposte a uno sforzo simile a quello della regular season, inoltre si prolungherebbe l’interesse dei media nel momento topico della stagione, facilitando, con un calendario meno sclerotizzato, una più ampia copertura dell’evento.

This post was published on 27 Maggio 2002 14:27

Marco Landi

Nato a Bologna nel 1965, è sposato con Barbara e papà di Riccardo (31/12/96, batte destro e tira mancino) e lavora da sempre nell'ambito della comunicazione.Dal 1993 al 2004 alla Master Key Bologna, agenzia di consulenza in comunicazione, con competenze specifiche inerenti l'area below-the-line, sponsoring e sales promotion in particolare, e i servizi per l'ufficio stampa.Nel 1991-92 è Coordinatore responsabile della Lega Baseball Serie A, di cui gestisce l'attivita di back office e di comunicazione.Dal 1988 al 1991 è Responsabile marketing e comunicazione della Fortitudo Baseball è stato membro del C.O.L. Bologna per i Mondiali di Baseball Italia '88.In questi anni svolge il lavoro di coordinamento nella redazione dei periodici Fuoricampo e Baseball Magazine.Nel 2002 rientra in Fortitudo e dal 2004 è marketing professional per la Federazione Italiana Baseball Softball. Lettore onnivoro, predilige tematiche di aggiornamento per la propria professionalita, ama il fantasy e colleziona fumetti.Ascolta hard rock in tutte le sue forme.Tenta disperatamente, con il poco tempo a disposizione, di abbassare il suo handicap di golfista, ma questa e un'altra storia...

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