Mi sono innamorato di Codogno

Il viaggio da Parma a Codogno è corto, ma può rivelarsi altrettanto imprevedibile.
Intanto, il vostro cronista ha effettuato la sosta d'ordinanza all'area di servizio 'Arda Est', poco dopo il casello di Fiorenzuola.
A logica, è una sosta inutile. Da casa mia all'area c'è una distanza di 30 chilometri. Quale bisogno si potrebbe manifestare, in un così breve volgere di tempo, che non avrei potuto soddisfare tra le quattro mura del mio appartamento? Evidentemente, era la percezione di qualcosa di grande, che mi ha fatto fermare.

Appena dentro l'autogrill, mi sono sentito afferrare per una spalla. C'erano 2 miei ex colleghi di Teleducato: “Andiamo in Brasile” hanno detto. E io vado a Codogno, gli ho risposto orgoglioso. A ben pensarci, cosa andrà a fare Teleducato in Brasile? Mi riprometto di scoprirlo. Intanto, torniamo a noi.
Mentre parlavamo, ci siamo resi conto del fatto che la fila per ordinare un caffè stava diventando eccessivamente lunga. In effetti, un pullman di gitanti aveva messo in atto una tattica militare, accerchiando da destra e da sinistra la cassa. In sostanza, al primo posto della fila c'erano sempre loro, perchè si cedevano il posto l'un l'altro. Insomma, erano una specie di 'falange' sul tipo di quelle dell'esercito romano di Giulio Cesare.
Quando gli altri avventori hanno iniziato a rumoreggiare, è stata aperta un'altra cassa. Beffa delle beffe, poi, i gitanti hanno ordinato pochissima roba. Si erano in effetti organizzati con pane, burro e marmellata sui tavolini di 'Spizzico': una cosa pazzesca. Ordinato qualche caffè, la colazione era bella che servita. Colazione? A ben pensarci erano le 6 del pomeriggio. Così, sono ripartito un po' confuso.

A Codogno sono arrivato strategicamente tra le 2 partite.
Mi sono innamorato subito di Codogno: intanto, lo stadio da baseball è indicato da adeguati cartelli stradali. In città si trovano ovunque le locandine della partita e il campo stesso è ben organizzato, nelle sue piccole dimensioni. Lasciatemelo dire: piazze come queste, fanno bene al nostro sport. Altro che le metropoli distratte.

Il primo sabato di giugno, però, era destinato ad essere kafkiano.
Un operatore di Global TV mi ha raccontato che, durante il servizio della sera precedente, era rimasto provato da una scena: durante il Palio del Carroccio 2 cavalli si erano scontrati ed erano morti.
Ho poi iniziato la telecronaca che vedrete da domani in poi. Con una sorpresa, per altro. Ma non ve la svelo.

Durante la partita mi sono depresso. Ora, io sono stato uno scadente giocatore di molti sport e tutt'ora gioco a softball slow pitch. Credo però che certe cose che ho visto fare in campo dal Paternò le eviterei persino io, a 38 anni e con tutti questi chili di sovrappeso. Non fa bene al baseball, ragazzi, vedere certe cose nel campionato di massimo livello. Pensate, poi, che quasi tutti i giocatori dei Warriors sono di scuola straniera.
A proposito, ecco un bell'argomento. Per citare un articolo di Giorgio Gandolfi degli anni '70 A me sta storia degli oriundi sta cominciando a rompere las pelotas. Nel senso che non sopporto il razzismo strisciante che c'è dietro la valutazione di un giocatore in quanto 'oriundo', 'italiano', 'giovane' o 'anziano'. Il bello dello sport è che, con una divisa addosso, siamo tutti uguali. Quindi, io valuterò sempre un giocatore per le sue qualità, non per il suo passaporto, la sua età o i suoi genitori. Se a 50 anni uno batte, che giochi. E se a 20 uno è scarso, che trovi posto nelle categorie inferiori. In attesa di arrivare al livello giusto.
Una delle cose che la presidenza Notari ha dimostrato (oltre al fatto che 15 anni al governo sono troppi per tutti…) è che imponendo l'utilizzo dei giocatori non si va da nessuna parte. E mi fermo qui, perchè sto facendo troppa politica per i miei gusti.

Parliamo del mio peso, piuttosto. Joel Lono mi ha detto che sono dimagrito. E questo dovrebbe bastare a certi registi per dimenticarsi soprannomi di loro invenzione assolutamente fuori luogo. Grazie Gioele, comunque. Sei un amico.

Parliamo anche delle mie prestazioni come giocatore. I Vertici Federali hanno varato una personalissima statistica dalla quale sembrerebbe emergere che la mia squadra vince sempre in mia assenza. Questa è diffamazione bella e buona, perchè sono rientrato e abbiamo vinto 24-9. Per la cronaca, dall'altra parte c'era in campo un Consigliere Federale. Giusto per chiarire chi ci prende e chi no…

Sabato notte, per chiudere alla grande un sabato particolare, ho incrociato nel solito autogrill di Fiorenzuola (dove se non mi fermo sto male, lo avrete capito) 3 'drag queen' palermitane di ritorno da Parigi. Dentro l'autogrill all'una della notte io e le drag queen. Forse anche questa è una forma di razzismo strisciante, ma non ho mangiato tranquillo il mio panino.

Infine, è ufficiale: il mio amico degli sms ha rinunciato all'oggetto del suo desiderio. Sono un po' preoccupato per i diari futuri dall'estero.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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Riccardo Schiroli

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