Venti anni fa il Nettuno era sotto di un punto 2-1 contro il Parma al 9° con Dave Farina sul monte di lancio.
Farina è stato probabilmente uno dei lanciatori più forti mai venuti in Italia, in un periodo, gli anni '80, in cui Parma era la squadra dominatrice del campionato ed anche in Europa, come Nettuno negli anni '90.
Tony Lonero (il sottoscritto) andò a battere al 9° con le basi vuote e due out.
Conoscevo Farina dai tempi di Pittsburgh dove eravamo cresciuti, così che anche se questa era la mia prima partita contro di lui in Italia, sapevo quali lanci avrebbe usato contro di me, nonostante la sua dichiarata forza.
Il primo lancio fu uno slider sul piatto che spedii fra l'esterno centro ed il destro per un gran doppio.
E così, con un uomo in seconda, due out e sotto di un punto, vidi Giampaolo Mirra, il nostro allenatore a quel tempo, indicare il dugout per un pinch-hitter.
Con mia grande sorpresa, dalla seconda vidi un ragazzo, che all'epoca giocava con la formazione “Primavera”, del quale neanche conoscevo il nome, dato che era solamente il mio secondo mese in Italia, uscire dal dugout.
Un ragazzo biondo che giocava una delle sue prime partite con la prima squadra. Il ragazzo si chiamava Marco Ubani, credo di 17 anni, in procinto di sfidare il miglior lanciatore del campionato.
Ricordo Marco girare e mancare i primi due lanci, due palle veloci; Farina era sicuro di fare un sol boccone del giovanotto, così gli tirò un'altra palla dritta che Marco spedì a destra per una battuta valida con la quale segnai il punto del pareggio.
Alla fine perdemmo per 3-2 al 10°, ma Marco da quel momento divenne uno dei più grandi giocatori nella storia del Nettuno, che recentemente ha ritirato il suo numero di casacca.
Con questo voglio ringraziare Marco, sia per quella volta, ma soprattutto perchè poco tempo fa ha battuto una valida ancora più importante e mi ha aiutato a segnare di nuovo.
Due settimane fa, era esattamente un anno da quando, per la prima volta, sono venuto a conoscenza della mia malattia, la sclerosi multipla; da quando ho iniziato la mia battaglia per sconfiggere il destino e rendere migliore la mia vita.
Nei giorni in cui mi sento meglio, vado in bicicletta e pedalo anche per 80 Km. Bene, due settimane fa ho saputo che c'era una corsa che partiva da Roma e passava per i Castelli Romani, per una distanza complessiva di 130 Km.
Ho deciso quindi, nell'anniversario della mia malattia, di andare e cercare di terminare la corsa.
La giornata era molto calda, e a dire la verità, avevo paura di non farcela. Volevo solamente provare a me stesso ed agli altri che ancora posso fare le stesse cose che facevo prima, anche se un po' più lentamente.
Dopo la partenza le mie gambe non rispondevano al meglio, e così il primo pensiero è stato quello di fermarmi.
Ma davanti a me ho rivisto quel ragazzo biondo, ora senza capelli, guardarmi e farmi un cenno.
Questo mi ha fatto riflettere e ricordare venti anni prima quando ero sul sacchetto di seconda ad attendere che Marco battesse quella fatidica battuta valida in una situazione importante contro Dave Farina.
Bene, Marco è stato con me per l'intera corsa, 6 ore, mi ha tirato fino alla fine ed in un certo senso mi ha aiutato a segnare di nuovo.
Siamo finiti ultimi, ma non ci siamo fermati come altri corridori per la difficoltà della corsa e per il caldo. Ho voluto scrivere questo articolo per ringraziare Marco per quello che ha fatto e per ricordare ai giocatori che oggi indossano la casacca del Nettuno, che contro tutte le avversità ed ogni tipo di difficoltà, tutto ciò che devi fare è arrivare in seconda, perchè un compagno di squadra, al momento giusto, può arrivare, quando meno te lo aspetti, ed aiutarti a segnare. Forza Nettuno !
Anthony S. Lonero
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