Montanini: “Ho in mano una squadra vera”

Giulio Montanini si coccola con gli occhi la 'sua' nazionale: Tengo veramente ad una cosa: che sia chiaro che questa è una squadra. Non è la 'nazionale degli oriundi' o altro, è una squadra vera.

Il fatto che nell'Universitaria siano stati convocati diversi atleti di scuola non italiana non sembra molto gradito al movimento: Non entro nel merito, posso solo ribadire che io ho convocato 22 giocatori onorati di vestire la maglia azzurra.
Vuol dire che qualcuno ha rifiutato? Certo che sì. Non facciamo nomi, perchè non è giusto cercare di mettere alla gogna nessuno, ma affermo senza tema di smentita che ci sono 'oriundi' che sono stati chiamati a rimpiazzare 'italiani' che avevano rifiutato la convocazione. Chi è qui ha deciso di venire con entusiasmo.

Tecnicamente questa squadra è…Una gran bella squadra. Li hai visti lavorare anche tu e credo che sarai d'accordo con me nel dire che un allenatore non può aspettarsi niente di meglio. Stare in campo con questi ragazzi mi ha fatto tornare la voglia di scendere in campo tutti i giorni.
Con Pantaleoni, Chiarini e Dallospedale avete un gran bel diamante, quindi la difesa non dovrebbe essere un problema: Un diamante affidabile, solido e d'esperienza, considerata la giovane età. Ma, ripeto, io parlerei più della squadra in generale.
Ecco, troviamole un punto debole: Direi il fatto che non è abituata a vedere lanciatori che toccano le 95 miglia all'ora.
La velocità sulle basi no? No, la corsa sulle basi finirà con l'essere una delle nostre armi. Mi rendo conto che non è usuale per il baseball italiano, ma io sono convinto che la corsa sarà una nostra forza.
Lo staff di lanciatori invece è consistente. Avete 3 partenti da Nazionale Maggiore: Pilato, Castelli e De Santis. La rotazione non è ancora stata decisa, ma i nomi che hai fatto tu sono di livello. Non sono gli unici per altro. Il fatto di non essere ancora sicuri di poter contare su Salsi mi impedisce di decidere se Martignoni farà parte della rotazione o lo useremo come rilievo. Giovedì decideremo, ma posso già anticipare che faremo una rotazione a tre.
E in battuta? In battuta ci siamo. Consideriamo anche che si giocherà con il legno, quindi avremo un vantaggio rispetto alle altre, visto che da noi si batte con la mazza di legno sia in A1 che in A2.

Dove volete arrivare, Giulio? A fare un gran Mondiale.
Il che significa? Dare il massimo, giocare bene e smetterla con la cultura dell'alibi.
Che sarebbe? Portare avanti questa immagine di noi poverini, espressione di un movimento minore. Andiamo in campo per vincere tutte le partite e poi alla fine facciamo i conti. Sia ben chiaro, fare un grande Mondiale potrebbe essere arrivare tra le prime quattro, ma anche uscire al primo turno o al secondo.
Realisticamente, quale credi sia un obbiettivo possibile? Sulla carta possiamo arrivare terzi o secondi nel girone.
A quel punto sareste lanciatissimi verso la zona medaglia, ma significherebbe battere Canada e Corea: Non è facile, lo so. Si tratta di paesi che sono espressione di movimenti più importanti del nostro. Ma ce la giocheremo.
Con gli Stati Uniti, invece, niente da fare…Giocare la gara inaugurale contro gli USA mette parecchia pressione, ma prima di darla per persa aspettiamo. Non è che io voglia fare proclami, però sono fermamente convinto delle qualità di questa squadra.

Per chiudere: la ritieni la più grande occasione della tua carriera? Come ho detto ai ragazzi, è una grande occasione per tutti. Per me personalmente è certamente la più grossa possibilità che mi è stata data di ottenere un risultato importante a livello seniores.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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