Da zero a dieci – parte prima

Visto che la nostra permanenza a Ottawa è ormai giunta agli sgoccioli, e prendendo spunto dall’ultimo film diretto dal rocker emiliano Luciano Ligabue, in cui il protagonista aveva la maniacale tendenza a dare un voto ad ogni cosa, vi offro la mia, personalissima e semiseria pagella della prima settimana canadese.

VOTO 2 allo studio fotografico in cui io e il team manager De Robbio ci siamo recati stamane per scattare le fototessere necessarie per il pass a Sherbrooke; o meglio, voto 2 alla nostra poca attenzione. Della bassa qualità delle immagini la colpa è principalmente (almeno nel mio caso), del soggetto poco fotogenico e dell’orario in cui le foto sono state scattate; il fatto che tutto ciò ci sia costato ben 13 dollari e 79, compresa l’IVA, che qua è implicitamente da aggiungere in tutto, è invece colpa della nostra disattenzione, visto che appena usciti dal negozio, parte di uno degli enormi mall della zona, ci siamo accorti della presenza di una macchinetta automatica che scattava foto a 4 dollari, con ovvio disappunto.

VOTO 3 al distributore automatico delle bibite che si trova al piano terra della nostra residenza a Sherbrooke; ieri sera vi ho inserito correttamente le monete per acquistare una lattina, ed ho solo in seguito scoperto che le scorte all’interno dell’apparecchio erano esaurite. Il problema sta nel fatto che, nonostante i miei sforzi per cercare di farmele restituire in qualche modo, la macchinetta si è tenuta le monete.

VOTO 10 alla visita odierna allo stabilimento della Sam Bat, la terza ditta produttrice di mazze da baseball per le Major League, dopo la Louisville Slugger e la Rawlings; le mazze vengono prodotte in un piccolissimo capannone alla periferia di Ottawa, e un operaio italoamericana ci ha spiegato nella nostra lingua, con una accento spiccatamente napoletano, tutte le fasi della produzione. A proposito…la favola del novello Geppetto che ci era stata raccontata ieri non era del tutto una bufala, perché un altro operaio del piccolo stabilimento ci ha detto che fino a pochi mesi fa le mazze erano prodotte in un locale ancora più piccolo, forse proprio la casa vicino alla quale eravamo passati ieri.

VOTO 4 allo staff della Carleton University, dove le camere vengono pulite e rifatte soltanto una volta alla settimana; ok, non si tratta di un hotel a cinque stelle, ma, specialmente quando l’ospite è qualcuno disordinato come il vostro cronista, una sistemazione più frequente non farebbe male. Tra l’altro, le lenzuola dalle dimensioni non molto superiori ad un fazzoletto di carta non aiutano certo a tenere il letto in ordine.

VOTO 8 all’ospitalità dei canadesi, che nonostante qualche qui pro quo in un paio di occasioni, hanno sempre fatto di tutto per metterci nelle condizioni migliori per lavorare al meglio.

VOTO 9 alla disponibilità e alla simpatia del nostro autista Alan, che ha scarrozzato avanti e indietro fra mall, campi e centro città per una settimana non solo la squadra nel suo intero, ma anche coach, staff medico e accompagnatori alla ricerca di medicinali, frutta e bibite, arrivando sempre puntuale agli appuntamenti.

VOTO 2 alla guida e all’orientamento di Alan di cui abbiamo parlato diffusamente nei giorni scorsi; mentre vi scrivo ci sta portando a Montreal a vedere Expos – Diamondbacks, e prima di partire mi ha confessato che guidare a Montreal è molto difficile, perché ‘le macchina non ti danno spazio e gli automobilisti sono molto nervosi”. Non oso pensare a cosa potrà succedere quando saremo là…

VOTO 5 a ‘Casa Abruzzo”, una comunità italo-americana locale che ha indetto un concorso chiamato ‘Miss Italia”, i cui volantini abbiamo trovato in giro per la città; va bene voler ricreare il più possibile l’atmosfera di casa, ma si poteva anche trovare un nome più originale.

VOTO 3 alla caramelle e gomme da masticare alla menta che vendono qua, e che in realtà hanno tutte un retrogusto pessimo che ricorda l’odore della canfora. VOTO 6 alla ‘Coca cola gusto vaniglia”; se ve la dessero in un bicchiere e vi dicessero che si tratta di Coca Cola normale sono sicuro che non ve ne accorgereste.

VOTO 1 alla furbizia del vostro cronista, che prima di partire non ha verificato il funzionamento del rasoio per regolare la barba, e visto che ora questo non dà segni di voler accendersi, si troverà tra qualche giorno con un pizzetto dalla lunghezza spropositata. Speriamo che a Sherbrooke ci siano dei buoni barbieri…

VOTO 4 agli organizzatori del torneo Capital Cup, ammesso che si possa definire torneo una serie di gare in cui alcune squadre finiscono per giocare cinque partite, altre quattro e altre ancora tre. L’idea di organizzare il torneo è stata ottima, specialmente pochi giorni prima dei mondiali, ma le cose potevano essere fatte molto meglio; non sarebbe stato male, ad esempio, assegnare a qualcuno il compito di tenere una classifica ufficiale, o le statistiche ufficiali della manifestazione che invece il sottoscritto ha dovuto creare utilizzando i personali, e abbastanza confusi, fogli con lo score.

VOTO 3 a Bob Brenly, il manager dei Diamondbacks, che ha sistemato la sua rotazione in modo tale che stasera il partente fosse Miguel Batista, e non Curt Schilling o Randy Johnson, nella partita contro gli Expos a cui assisterà la comitiva azzurra. Batista è un ottimo lanciatore, ma un po’ di disappunto per non avere la possibilità di veder lanciare uno dei due big c’è.

Infine VOTO 10 al gruppo creato dagli azzurrini, che indipendentemente da quelli che sono stati e saranno i risultati sul campo, fuori da esso si stanno comportando in maniera impeccabile, senza mai mancare gli orari stabiliti dagli allenatori o provocare problemi a questi, e stanno dando il 100{e4abdbca72ed88b21dc70cf6a38a47d8b7a7e00da4ce0d0d3ce3dc90bc3e2eb4} in ogni situazione. Se si va avanti così, chissà che qualche soddisfazione non arrivi…

Matteo Gandini

Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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