Comunque vada da oggi in poi, sarà stato un bel Mondiale.
Non intendo dal punto di vista tecnico. Di quello si parla in altra parte del sito. Intendo il resto.
C'è un inviato di baseball.it (come nel caso del Consigliere Federale di Messina, oltre a me qui ne trovate solo un altro, quindi non vi sarà difficile scoprire chi) che si sta disimpegnando come speaker ed è stato definito “puntuale” dalla locale 'Gazzetta del Sud'.
Inutile dire che si è scatenato alla ricerca di una fotocopia dell'articolo.
Lo stesso giorno la sua vanità ha ricevuto un altro colpo importante. Al momento di assegnare le auto di cortesia (cioè quelle che ci riportano in albergo) l'organizzazione ha scelto una normalissima Volkswagen Passat per i Vertici Federali e una lussuosissima Mercedes nera (cosa ci volete fare, da queste parti è il colore più 'in'…) alla stampa.
Ma è stato il giorno dopo non che lo tenevo più. Abbiamo chiesto un passaggio alla Nazionale degli Stati Uniti. Quando il manager Lelo Prado ci ha detto di salire, si è anche accorto che l'unico doppio sedile libero era il suo. Molto umilmente, si è accomodato vicino ad un altro coach e ha lasciato libero il posto a noi due. Momenti di gloria.
Per un lungo attimo ho creduto che un manager di serie A con i baffetti e che fa lo scout per i Seattle Mariners (a chi non indovina chi è, voto 2) parlasse coreano. Lui invece aveva creduto che i coreani capissero l'Inglese. Al sesto giocatore di cui aveva annotato “switch hitter” come caratteristica e “interbase” come ruolo si è invece dovuto rassegnare al fatto che i coreani rispondono “Yes, yes” a tutte le domande che gli vengono rivolte in inglese.
A proposito di coreani, dividono l'albergo con Italia (avevo avuto l'istinto di scrivere “noi”, ma mi sono fermato giusto in tempo…) e gli Stati Uniti. Ai pasti fanno circolare trai tavoli un barattolo contenente una salsa rossa che ha indubbiamente suscitato grande curiosità in tutti noi. Soprattutto in un esterno mancino nato in Australia (non scriverò dove gioca, se no è troppo facile) che ieri a pranzo ha preso il coraggio a 4 mani e l'ha assaggiata. Risultato: gli occhi azzurri del nostro si sono ben presto riempiti di lacrime e, per lenire l'arsura provocata da quello che si è scoperto essere peperoncino concentrato, il giovanotto si è versato una mezza bottiglia di Ferrarelle direttamente nell'ugola.
Un'altra bella cosa dei coreani è che alla sera, ogni tanto, tornano dalla spiaggia con la mazza in mano. Non ho capito esattamente cosa vanno a fare in spiaggia (al buio e in divisa da baseball) con la mazza. Forse la usano come oggetto di difesa personale.
Sempre parlando dei coreani, a mangiare sono peggio dei piranha. Ieri sera alla Cena di Gala si è verificata la solita situazione dei buffet in piedi. Ovvero: una battaglia.
La tattica di accerchiamento coreana era a tal proposito uno spettacolo. Muovendosi a sciame, gli asiatici individuavano un cameriere e lo seguivano fino a che non usciva dalla cucina con il vassoio. Appena appoggiato sul tavolo il cabaret, il contenuto era spazzolato in una frazione di secondo. Tornati all'albergo, i coreani hanno poi ordinato la cena del giorno dopo: risotto con senape.
Il padre di uno dei nostri cosiddetti “oriundi” si è intrattenuto a parlare con me per un'ora buona ieri sera. E' uguale a Joe Pesci, celebre caratterista italo americano ('Quei bravi ragazzi' oppure 'Mamma ho perso l'aereo'), sia come mimica che come accento.
Partito da Napoli a 15 anni, si è fatto una vita in America e mi ha confidato: “Sono così orgoglioso quando vedo mio figlio in campo con la maglia dell'Italia”.
Non ci crederete, ma mi ha commosso.
Adesso vado a farmi una granita. Che non è come farsi una granita a Parma o a Rimini o a Grosseto o a Nettuno o a Trieste. Qui la grania è sostanzialmente un pasto completo. Perchè ve la servono con panna (?!) e brioche (?!?!?!) che voi dovete intingere nella panna e nella granita.
Anche a me sembrava raccapricciante, all'inizio. Ma dovete fidarvi, merita!
This post was published on 9 Agosto 2002 14:40
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