La Danesi Nettuno del dopo Faraone

Nonostante i problemi che lo stanno letteralmente perseguitando da inizio stagione la Danesi è sempre lì, ad un passo dalla prima, pronta a dare battaglia ai play off. Andiamo con ordine e partiamo dai due infortuni che hanno falcidiato il monte di lancio. Diego Ricci soffre di problemi alla spalla e per lui la stagione è finita prima di cominciare, per Massimiliano Masin il rientro è ormai alle porte, ma la sua stagione se l’è rovinata all’opening day con un grave infortunio alla caviglia. I due pitcher grandi protagonisti in campionato e in nazionale nel 1998 sono out.
E inconvenienti fisici di ogni genere si sono succeduti nel corso della stagione, tanto che Bagialemani ha spesso dovuto fare di necessità virtù ed inventarsi letteralmente la squadra da mettere in campo.
Proprio rimanendo nell’ambito dei lanciatori, la più grande novità è certamente l’impiego ormai assodato di Juan Carlo Vigna come partente del sabato sera, una scelta che tanto per fare un esempio, ha regalato la settimana scorsa la vittoria in garatre a Bologna, che ha evitato un pesante cappotto.
Lanfranco proprio al Gianni Falchi ha rimediato la prima sconfitta stagionale ed è tutto dire, mentre per Ventura probabilmente va fatto un discorso diverso.
Pur con una media pgl ottima, 2,65 e ottavo dell’intera serie A1, il dominicano ha sulle sue spalle cinque delle undici sconfitte complessive del Nettuno.
Più che gettare la croce sul lanciatore, è il segno che non sempre la squadra in garauno ha risposto al meglio, in particolare in attacco quando ci si trova di fronte ad avversari senza dubbio forti. Perplessità invece per quello che riguarda i rilievi.
Tomassi e Menna non sembrano ancora in grado di dare granitiche garanzie, Salciccia e Costantini sono ancora un po’ troppo acerbi per infondere sicurezza.
Una situazione che potrebbe creare qualche problema in chiave play off. Passando al resto della squadra, Miller dopo i problemi d’ambientamento ai lanciatori italiani ha cominciato a battere come ci si aspettava ed ha risolto quasi da solo molte partite, bene ma con molti margini anche Carvajal, mentre ci si aspetta ancora molto da Andrea Castrì, alla prima stagione in casacca nettunese, che ancora non ha fatto vedere il meglio del suo potenziale.
Il resto della squadra, il gruppo storico dei tanti scudetti, gira come deve girare e si sta presentando in gran forma al clou della stagione. L’essere ad una sola sconfitta dalla capolista, e a quattro di vantaggio dalla quinta non può che proiettare la Danesi ancora una volta in lizza per lo scudetto.
Chiudiamo con Bagialemani. Raccogliere l’eredità pesantissima lasciata da Faraone non era facile per nessuno. Solo un personaggio con il suo carisma e la sua personalità poteva assolvere il compito.
Il Nettuno sta cambiando filosofia, forza molto sulle basi, e piano piano, come ci ha confidato lo stesso manager, sta apprendendo la nuova filosofia di gioco.
La Danesi come al solito c’è.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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