Una stella di nome Rimini

Anche la quinta partita di queste finali è andata. La Semenzato Rimini fa 4 a 1 in questa serie scudetto 2002 e conquista il decimo tricolore, quello della stella. La formazione di Romano non ha rubato nulla, anzi, ha meritato pienamente di vincere questo tricolore, per quanto si è visto in campo e per come è riuscita a cogliere al volo le occasioni. Chi deve veramente recriminare, ma con se stessa, è la Danesi Nettuno, irriconoscibile e mai capace di affondare gli avversari quando vacillavano. Errori difensivi, opportunità mancate, anche un pizzico di sfortuna certo, comunque troppe cose insieme per pensare di vincere una serie contro una squadra che pur disponendo di un monte di lancio “corto”, ha trovato in Ilo Bartolucci e Roberto Cabalisti i due uomini in più.

La differenza nei play off, che come al solito non mancano di riservare le solite soprese, gradite o sgradite che siano, la fanno cuore e nervi più che le medie stagionali. Rimini ha mostrato di avere il primo molto grande, i secondi molto saldi. La Danesi ci ha provato con l'orgoglio e il carattere, ma non è bastato. Mike Romano è la solita vecchia volpe, sa tirare fuori il meglio dai suoi giocatori quando la situazione della partita lo necessita e occorre dargliene atto.

Dopo ben due rinvii, garacinque si gioca alle 20,30 di giovedì. Campo comunque allentato per la grande pioggia caduta, ma praticabile. Bagialemani mantiene in campo la stessa formazione vista in garaquattro, con Casolari battitore designato al posto dello squalificato Patrone, mentre in casa Rimini Baldacci torna dietro il piatto di casa con Illuminati in prima e Sforza in panchina.

La prima scossa alla partita arriva da parte del battitore designato Marchiano, che con uno fuori spedisce la pallina oltre la recinzione per il punto dell'1 a 0. Occorre attendere la quinta ripresa per vedere la Danesi rialzare la testa. Con due fuori Castrì batte un doppio al centro sulla recinzione, seguito da una base concessa da Cabalisti a Frezza, De Franceschi però alza un'innocua volata all?esterno destro e l'occasione sfuma.

La partita si chiude alla sesta ripresa, quando il Rimini mette a segno i quattro punti del break decisivo. Con uno fuori Masin concede base a Buccheri, che va in terza su singolo a sinistra di Gaiardo. Esce Masin ed entra Tomassi, che subisce il singolo al centro di Marchiano per il 2 a 0 con uomo in prima e seconda. Rimbalzante di illuminati e succede il pasticcio, l'arbitro di prima Giachi chiama salvo su un arrivo in prima dello stesso Illuminati che aveva battuto in doppio gioco. Frezza è reo di essersi staccato dal
sacchetto, ma nemmeno il replay televisivo chiarisce bene le cose. L'impressione
è che Frezza sia rimasto incollato al cuscino, fatto sta che dalla potenziale terza eliminazione si passa ad altri tre punti, spinti da un doppio di Chiarini ed un singolo di Baldacci. 5 a 0 e la gara finisce praticamente qui, mentre in campo Bagialemani aveva mandato anche il giovane Marco Costantini e Vigna a chiudere.

Finisce con l'abbraccio dei giocatori del Rimini sul monte di lancio, e con gli applausi del pubblico di Nettuno. Una lunga e meritata ovazione per i vincitori ed i vinti. Cabalisti, due vittorie, è nominato MVP della serie. E' proprio tutto, arrivederci al prossimo anno.

Semenzato Rimini 010.004.000 = 5 (bv 10, e 2)
Danesi Nettuno 000.000.000 = 0 (bv 3, e 0)

Arbitri: Chirici, Giachi, Fabrin, De Angelis, Codispoti, Maestri

Lanciatore vincente: Cabalisti
perdente: Masin
doppi: Castrì, Chiarini
hr: Marchiano al 2° da 1 p.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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