Sono in una pausa del mio itinerare. Pausa breve, per carità.
Lunedì siamo tutti (spero anche voi, onestamente…) a Roma per celebrare i 50 anni di attività della nazionale. Sarà una grande festa che, oltretutto, riaprirà un impianto una volta glorioso e oggi dimenticato o quasi. Ci sarà anche Glorioso con la “G” maiuscola, ovvero Giulio, il più grande lanciatore del baseball italiano, cifre alla mano. Per me l'Acquacetosa (ma sarebbe giusto scrivere 'acqua acetosa') ha anche un ricordo professionale mica indifferente. Da lì raccontai per la prima volta uno scudetto, quello di Parma del 1985. Ricordo molto bene: “batte Cocciolo su Cattani, che assorbe la palla, assiste in prima…OUT! La World Vision è campione d'Italia!”.
Ricordo anche che per avere il telefono sul campo avevamo steso 100 metri di prolunga da una palazzina: io, l'altro cronista Gianluigi Calestani e l'allora segretario FIBS Dino Rossi.
Sembra strano, ma nel 1985 non c'erano i cellulari.
Bando ai ricordi, parliamo del futuro.
Noto sul forum che molti di voi sono quasi indispettiti dall'idea che alcuni giocatori abbiano rinunciato alla nazionale.
Le rinunce sono una spiacevole realtà con la quale dobbiamo avere a che fare, almeno oggi. E non sono convinto che debbano essere usate 'ritorsioni' verso gli atleti che hanno rinunciato in un determinato contesto. Piuttosto, vanno messi i presupposti perchè le rinunce non ci siano più.
Va anche fatto capire al movimento che, per il bene di tutti, l'attività internazionale si deve svolgere prima e dopo la stagione.
Non interrompere il campionato è un sogno, oggi. Ma deve a tutti i costi diventare realtà.
A luglio ed agosto i palinsesti televisivi hanno fame di eventi (specie se a basso costo o gratis, aggiungo). Se noi non giochiamo proprio quando è più facile essere notati, facciamo un gran bell'autogol.
Marzo, ottobre e novembre sono mesi ecellenti per giocare a baseball in certe zone. Ad esempio in Sicilia. Florida, Cuba, California? Ma l'isola con 10 mesi estivi su 12 l'abbiamo a portata di mano. Perchè non sfruttarla?
Pensateci: in quei mesi le nazionali potrebbero lavorare con profitto e nessuno dei partecipanti sarebbe a più di un'ora di aereo da casa sua, con il vantaggio di poter eventualmente lasciare il ritiro in caso di imprevisti e ritornare in tempi brevissimi. O al limite con la possibilità di aggregarsi solo nei week end.
Sto ovviamente improvvisando, ma voglio solo presentare un elenco sparso dei vantaggi che questo avrebbe.
Attendo anche le vostre osservazioni.
Itinerando, mi sono ritrovato a Caronno Pertusella e Saronno. Si presentava il prossimo Europeo di softball e devo dire che mi sono ritrovato al centro di un ambiente che ha grandi aspettative.
Ancora una volta, le cosiddette 'piccole realtà' hanno preso il nostro movimento estremamente sul serio. Bisogna ammetterlo, grazie all'opera di dirigenti capaci. Ma alla luce dei risultati che alcuni di noi ottengono (l'esempio di Rovigo è di poche settimane fa) non è magari anche ora di scrollarsi di dosso il complesso di inferiorità che tante volte attanaglia i nostri sport?
Baseball e softball possono essere “eventi”, attirare attenzione, suscitare entusiasmo e rispetto. Ve ne eravate accorti?
Itinerando, tra un paio di settimane sarò a Cuba, dove il nostro baseball sarà ancora una volta ammesso al tavolo dei “grandi”. Per me sarà un onore esserci. E sarà un onore (oltre che un onere…ma funzionerà Internet a Cuba?) rendervi partecipi di quel che accadrà.
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