A campionati finiti, il baseball italiano festeggia oggi i cinquanta anni della nazionale azzurra. L’Italia scende di nuovo in campo contro la Spagna, come allora, per ricordare con piacere quella prima partita giocata il 31 agosto 1952, anche se allora fu sconfitta: 7 a 3 per gli iberici il risultato. Per ricordare tutti gli uomini di quell’avventura: il commissario tecnico William Parmiggiani, e i giocatori Franco Tavoni, Sergio Setti, Giorgio Regazzi, Luigi Fattori, Sergio Mantovani, Giovanni Macrì, Angelo Rizzo, Gigi Cameroni, Enrico Standulli, Giancarlo Lucarelli, Carlo Cencetti, Giulio Glorioso, Romano Lachi, Luciano Maoloni, Sergio Bernini, Antonio Marcucci.
Rimembranze a parte, con l’incontro di stasera all’Acquacetosa – alle 18,30 – la nazionale di Faraone inizia il suo viaggio verso gli Intercontinetali, a loro volta tappa di trasferimento sul cammino degli Europei dell’anno prossimo, quelli che decideranno sull’ammissione alle Olimpiadi di Atene.
E’ una nazionale alla quale si chiede solo di giocare, oggi come nel triangolare poi in programma a Messina, per vedere poi di tornare magari il più tardi possibile da Cuba, ma senza farsi soverchie illusioni. Non è un’Italia con addosso particolari pressioni: la posizione di Faraone insomma nulla ha a che spartire con quella del Trap nel calcio. Per cui non c’è nemmeno tanto da dire… anche se a scorrere la lista dei convocati ci potrebbe essere chi qualcosa da obiettare dovrebbe averlo.
Il problema è quello delle rinunce, o per usare il termine appropriato delle mancate disponibilità.
Lungi da chiunque l’idea del richiedere scuse più o meno mediche per le mancate risposte all’appello, o provvedimenti di qualsivoglia genere. Con quel che passa oggi il convento è più che ovvio che prima del baseball per i giocatori possano venire lavoro, famiglia, amori, sesso, e anche quant’altro. Tuttavia non sarebbe male se, a margine delle convocazioni, la federazione fornisse anche l’elenco di chi si è dichiarato non disponibile, anche solo al fine di evitare insulti in quantitativi più o meno industriali al povero selezionatore di turno.
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