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Il bilancio di Faraone

E’ stata una buonissima settimana, che ha riportato un po’ di forma a questi ragazzi. Adesso, peccato che abbiamo una settimana di sosta, però ho raccomandato a tutti di allenarsi per quello che possono allenarsi e sicuramente faremo un buon torneo a Cuba
Sono le parole del manager azzurro Giampiero Faraone, con cui in aeroporto, pochi minuti prima di imbarcarsi sul volo per Roma che riporta a casa buona parte della nazionale, facciamo un bilancio a pochi giorni dalla partenze della squadra per Cuba.
Analizza brevemente, ruolo per ruolo, qual è la situazione di questa Italia…
Sul monte di lancio siamo abbastanza coperti. Per quanto riguarda i ricevitori, abbiamo due buoni catcher. Gli interni sono giovani, ma tutti di prospettiva. Poi, abbiamo due veri esterni di ruolo, anche se anche gli altri possono cavarsela senza problemi in questa posizione; lì abbiamo dovuto raschiare un po’ dal barile, perché ci sono state parecchie rinuncia, ma va bene così
Cosa ti ha dato questa settimana a livello tecnico?
Ho potuto provare tutti i giocatori, anche se più o meno sapevo qual era il rendimento che potevano dare; soprattutto è servita per tenerli in allenamento, e adesso spero che questa settimana i ragazzi si preparino fisicamente per andare a Cuba abbastanza preparati
Da qui alla partenza, ci si preparerà solo indivualmente?
Purtroppo sì. Abbiamo due giorni a Nettuno prima della partenza, che è il 6, e in quei giorni rifiniremo il tutto
Cosa pensi del nostro girone alla Coppa Intercontinentale?
Per il girone che abbiamo, potremmo anche farcela a passare il turno; dipende dalla mentalità con cui andiamo ad incontrare queste squadre e un fattore sarà anche il fuso orario, che non sarà facile da recuperare
Nella fase eliminatoria, su quali gare conti maggiormente?
Conto molto sulla prima, contro il Brasile. Poi vedremo partita per partita
Alcune delle tue scelte, come sempre, saranno discusse. Per esempio, una della ultime aggiunte ad una nazionale molto giovane è stato Masin, trentacinquenne…
Sì. Il motivo è che anche un po’ di esperienza ci vuole, e nel suo caso si tratta di uno dei pochi mancini validi in Italia
Quale sarà la rotazione che impiegherai a Cuba?
Dobbiamo ancora verificare da quanti giocatori sarà composta, e chi saranno. Sicuramente, Vigna lancerà la prima partita.
Come mai hai scelto si promuovere Mariani e Sgnaolin dalla P.O.?
Ora come ora, non possiamo prendere dal campionato italiano, che è fermo da un mese. C’è gente che addirittura è ferma da due mesi, gente che non è potuta venire per motivi di lavoro. Abbiamo fatto una scelta, e abbiamo provveduto a convocare questi due ragazzi, che sono due prospetti, e che vogliamo cominciare ad inserire fin da subito nel grande giro del baseball internazionale
Come proseguirà il vostro lavoro l’anno prossimo, che sarà un anno chiave?
Dovremmo fare uno stage ad aprile, in linea di massima, e poi ci ritroveremo almeno una settimana prima degli europei; per adesso con gli spagnoli c’è un pre-accordo per disputare un torneo a Barcellona, pochi giorni prima degli europei, il che sarebbe molto buono. Vedremo come si evolverà la situazione.
Hai detto che ci sono stati diversi giocatori che hanno rinunciato alla convocazione. Chi sono?
C’è stata tanta gente che ha rinunciato per motivi di lavoro. Tanta gente voleva venire subito a Cuba, e noi su questo siamo stati un po’ duri. Ad esempio, Lanfranco, che è già partito per Santo Domingo, voleva venire direttamente a Cuba, e per questo è stato messo fuori, mentre per esempio D’Auria non è venuto qua per problemi di lavoro, ma ha giocato a Roma contro la Spagna e si sta continuando ad allenare. Il problema, per molti di quelli che volendo avrebbero potuto venire a Cuba, è l’allenamento; non possiamo portare gente non preparata. Appunto, abbiamo preferito portare due ragazzi ma non gente che, magari, si può anche far male. I nomi sono Moceri, Frignani, Finetti, Ramos, Rigoli, Ginanneschi e altri che ora non mi vengono in mente. La nostra lista iniziale era di 32 o 33, poi c’è stata anche una scelta nostra; per esempio, Frignani e Finetti potevano venire soltanto a Cuba, ma non erano sicuri di avere il permesso, quindi li abbiamo scartati noi, anche se di certo li terremo in considerazione per l’anno prossimo

Matteo Gandini

Giornalista pubblicista e collaboratore di Baseball.it dall’ottobre 2000, Matteo è un grande appassionato in genere di sport, soprattutto del mondo sportivo americano, che segue da 10 anni in modo maniacale attraverso giornali, radio, web e TV (è uno dei pochi fortunati in Italia a ricevere la mitica ESPN).Per Baseball.it ha iniziato seguendo le Majors americane. Ora, oltre ad essere co-responsabile della rubrica giornaliera sul baseball a stelle e striscie, si occupa di serie A2. Inoltre, nel 2002, per il sito e l’ufficio stampa FIBS ha seguito da inviato lo stage della nazionale P.O. in Florida, la Capital Cup e i mondiali juniores di Sherbrooke (Canada), il torneo di Legnano di softball, e la settimana di Messina, a cui ha partecipato anche la nazionale seniores azzurra. Nel 2003 è stato invece inviato agli Europei Juniores di Capelle (Olanda). Nel 2001 ha anche collaborato alla rivista “Tutto Baseball e Softball”.Per quanto riguarda il football americano, da 3 anni segue il campionato universitario e professionistico americano per Huddle.org, oltre ad essere un assiduo collaboratore alla rivista AF Post. Nel 2003 partecipa al progetto radio di NFLI, ed è radiocronista via web delle partite interne dei Frogs Legnano.Dopo aver collaborato per un periodo di tempo ai siti web Inside Basketball e Play it, nel 2001 ha seguito i campionati di basket americani (NBA e NCAA) per Telebasket.com, in lingua italiana e inglese. Ora segue la pallacanestro d’oltreoceano per Blackjesus.it.Più volte apparso come opinionista di sport americani a Rete Sport Magazine, trasmissione radiofonica romana, lavora stabilmente nella redazione di Datasport, dopo una breve esperienza in quella di Sportal.Nel 2003 ha lavorato anche per l’Ufficio Stampa delle gare di Coppa del Mondo di sci a Bormio.Ha 26 anni, è residente in provincia di Lecco e si è laureato in scienze politiche alla Statale di Milano. La sua tesi, ovviamente, è legata allo sport: il titolo è “L’integrazione dei neri nello sport USA”. Il suo sogno è dedicare tutta la vita al giornalismo sportivo, in particolare nel settore sport USA.

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