Categories: Il Diario da Cuba

El alma de Cuba

Questa volta la tecnologia non è dalla mia parte.
Qui a Cuba la connessione a Internet è lenta, lentissima. E le mie “misure preventive” studiate all'atto della partenza dall'Italia non funzionano. Ma in qualche modo dovremo pur fare.

Riassumendo: sono a Cuba in uno stadio da baseball.
Riconosco che il fatto di trovarmi in uno stadio da baseball non sia troppo originale. E' essere a Cuba che è la particolarità, questa volta.
Cuba è un'utopia, lo sappiamo tutti. A parte Gianni Minà e Diego Maradona, naturalmente. Che però confermano indirettamente quel che sto dicendo. Nel senso che la Cuba che li esalta non esiste. Loro vivono Cuba da privilegiati e sono affascinati da questo popolo “così dignitoso, per essere in un paese del Terzo Mondo”. Già, intanto dite che è Terzo Mondo e quando siete qui spendete in un giorno quello che un cubano guadagna in un anno.

Mi sa che sto facendo del populismo. Ma sono confuso. Cuba mi affascina, perchè è un'esperienza unica. Ma allo stesso tempo mi respinge, perchè a questo sogno ogni tanto mi vien voglia di credere e poi va a finire che faccio come tutti: vengo qui, regalo 3 biro e una scatola di aspirine, spendo in un giorno quello che loro guadagnano in un anno e torno a casa. Non vado oltre, perchè in fondo sono solo un cronista di baseball.

Un cronista un po' nervoso, oggi.
Sto facendo fatica a smaltire il fuso orario e ci sono un paio di incastri che sicuramente peggioreranno il mio umore. Sono all'Avana (2 ore di strada dal mio albergo, se va bene) e si sta giocando alle 22.30 il secondo inning di una gara iniziata alle 22. La proiezione mi dice che prima delle 3.30 non sarò a dormire. Poco male, direte voi. Se non che, l'Italia debutta alle 9.30 contro il Brasile. Anche in questo caso, in qualche modo dovremo fare. Ma non lamentatevi se sono di cattivo umore.

La spedizione sta andando piuttosto bene, per il resto. A parte il fatto che l'altro giorno ci siamo dimenticati Sal Varriale e Marcello Malagoli in albergo, intendo dire.
La cosa più bella è come la comitiva, che si stava portando sul campo per un allenamento, si è accorta del tutto. Non perchè a qualcuno sia venuto lo scrupolo: è stata la polizia a fermarci e a chiederci se avevamo lasciato qualcuno per strada. E' finito tutto con una bella risata, comunque.

Devo ammettere che sono un po' invidioso della forma fisica di Rossano Rinaldi (Consigliere Federale) e Giorgio Castelli (Uomo Immagine). Anche perchè loro la ostentano con giri di campo estremamente sciolti durante gli allenamenti azzurri. Vorrà dire che succederà qualcosa che mi permetterà di vendicarmi. Ad esempio, domenica si gioca Juve-Milan di calcio. A buon intenditor…

Infine: il mio solito amico degli 'sms' mi ha scritto un timido: “Mi ricevi?”.
Questo diario, insomma, potrebbe presto tornare alla normalità.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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Riccardo Schiroli

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