Loriano Macchiavelli, Sarti Antonio e il “diamante” insanguinato, Torino, Sonda, 1994
La soddisfacente parentesi degli Intercontinentali di Cuba chiude definitivamente la lunga stagione 2002 del baseball giocato, almeno per quanto riguarda direttamente il nostro Paese.
Così, per rendere più sopportabile l'astinenza dei base-dipendenti, abbiamo pensato di fornire un'ulteriore fonte alternativa, pubblicando, a fianco di quelle dedicate a cinema e televisione, una nuova rubrica dedicata a “baseball e letteratura”, che presenterà periodicamente letture, specialmente romanzi o racconti, con tematiche più o meno dedicate al nostro sport del cuore.
Non me ne vorranno i lettori se si comincia in modo particolarmente campanilistico, e per svariati motivi. Innanzitutto il primo romanzo che voglio proporre è di un autore italiano (ed è facile capire che non sia proprio cosa di tutti i giorni incontrare un romanzo italiano che parli di baseball), in secondo luogo l'autore, oltre che italiano, è pure bolognese (di Vergato, un paesino sull'Appennino a metà strada da Porretta), infine il racconto si svolge proprio a Bologna ed è palesemente ambientato al “Gianni Falchi”.
Loriano Macchiavelli è certamente uno dei più noti scrittori contemporanei del nostro paese, generalmente indicato come “giallista”, in realtà va ben oltre ogni definizione di genere: il suo stile, infatti, più che nel plot, nella costruzione del “caso” investigativo, che rimane comunque sempre originale e accattivante, ha il suo punto di forza nel tratteggio della personalità dei vari personaggi e nei dialoghi, ironici, realistici e vicini al parlare della vita quotidiana di ognuno di noi. Il lettore vede quindi nascere e crescere tanti “caratteri” della porta accanto e scorrere davanti ai suoi occhi le loro avventure come se capitassero nel suo stesso quartiere.
Anche questo Sarti Antonio e il “diamante” insanguinato non fa eccezione. Il protagonista è il personaggio più famoso di Macchiavelli, quel sergente Sarti Antonio (sempre prima il cognome), questurino di Bologna (portato qualche anno fa con successo sullo schermo televisivo dal grande Gianni Cavina nelle serie Un poliziotto, una città) che si impara ad amare pagina dopo pagina in tutta la sua umana imperfezione (o imperfetta umanità?), sempre apparentemente schiacciato fra il dovere e la compassione e vessato dalla sfiducia dei superiori. Non un brillante detective come quelli ai quali tanta letteratura ci ha abituato, ma sufficientemente metodico e testardo per non mollare mai prima della soluzione del suo caso.
In questa storia Sarti Antonio (tifoso) si ritrova a indagare sull'uccisione di un giocatore espulso per rissa durante la partita e trovato negli spogliatoi con la testa fracassata alla fine dell'incontro e il suo mondo si anima di una folta schiera di personaggi indimenticabili: Rosas il talpone, informatore abituale di Sarti Antonio; Stecco, il ragazzino dall'esistenza non facile che vive al campo ed è forse il solo testimone dell'accaduto; Odette, la ragazza americana della vittima; il custode (nel quale, chi lo ha conosciuto, vedrà un pizzico dello scomparso Alfiero Spisni, entusiasta consulente di Macchiavelli per la stesura del libro); il presidente della squadra di casa.
Ci sono molti elementi tipici del giallo: gli interrogatori, le indagini sull'improbabile meccanica del delitto, porte chiuse dall'interno, chiavi che passano di mano in mano, l'arma del delitto che scompare e riappare, il movente e la droga, eccetera.
A voler ben guardare ci sono anche alcune imperfezioni “baseballistiche”, come la non chiara assegnazione dei giocatori all'una o all'altra delle due squadre in campo, la partita giocata di domenica, una terminologia non sempre convenzionale, a cominciare dalla parole base ball scritta sempre divisa in due parti, ma qui il ruolo richiesto al lettore è diverso: è quello di immedesimarsi nell'irascibile Sarti Antonio e nei suoi problemi, di seguire le sue indagini e le sue piccole lotte quotidiane sempre con il sorriso sulle labbra, di giocare, sì, a indovinare l'identità dell'assassino prima della fine, avendone via via tutti gli elementi, convivendo con personaggi che non hanno storie fatte di sparatorie, di inseguimenti hollywoodiani o di grandi crimini internazionali, ma vite difficili di periferia, di famiglie in difficoltà a sbarcare il lunario, di bambini che vivono per strada le loro giornate, di uova fritte e caffè preparati in cucine dalle piastrelle sbrecciate, di burberi questurini dal cuore d'oro che probabilmente non faranno mai carriera.
Per saperne di più su Loriano Macchiavelli: www.italialibri.net/autori/macchiavellil.html
La casa editrice: www.sonda.it
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