Schiavetti: “Non ci credevo proprio…”

Inutile provare a montargli la testa, tanto non c’è speranza. Igor Schiavetti, 26 anni interno della Danesi, nell’ultima Coppa Intercontinentale a Cuba è stato nominato miglior interbase. La notizia di certo non lo ha lasciato indifferente, la soddisfazione è tanta, solo che nemmeno lui ci credeva. Continua ad essere sorpreso. Ci racconta il modo in cui è venuto a conoscenza della cosa. ‘Me lo ha comunicato Sergio Morville in albergo, lui aveva letto la notizia su internet – ci dice Schiavetti – pensavo, ma come può essere, proprio io… e dire che gli altri li avevo visti, erano veramente dei mostri”. Già, proprio Igor, che in una kermesse che ha visto scendere in campo i migliori giocatori non professionisti del mondo, ha lasciato dietro a sé gente come il giapponese Nioka, il panamense Miller, il cubano Paret.

Igor, che sfoggia una somiglianza strabiliante con Derek Jeter, il fuoriclasse degli Yankees che guarda caso gioca anche lui interbase, e non per nulla porta anche lo stesso numero di casacca, il 2. Igor entra nella squadra delle stelle. ‘Nella fase di qualificazione ho commesso un paio errori, un pop che mi ha scavalcato ed è stato giudicato così dai classificatori della coppa, ed un falso rimbalzo su una battuta in diamante – continua – per il resto ho giocato tutte le partite come shortstop, tranne l’ultima che, a causa di qualche infortunio, ha costretto il manager a schierarmi all’esterno”.

Voi di Nettuno lo conoscevate fin troppo bene, ma come è stata la prima esperienza con Faraone alla guida della nazionale? ‘E’ andata benissimo, si sono trovati tutti molto bene perché non mette nessuna pressione addosso ai giocatori, ci ha chiesto semplicemente di fare quello che sapevamo e di mettere il massimo impegno, visto il livello delle squadre avversarie. Dal canto nostro credo che abbiamo giocato bene, sbagliando solamente una partita, quella persa contro il Messico, in cui abbiamo peccato di deconcentrazione dopo la vittoria contro il Panama”. Miglior interbase della Coppa Intercontinentale, dopo una stagione in cui hai giocato molto anche in seconda e terza, in un’autentica girandola di posizioni per tutto il campionato. Soprattutto, uno dei migliori battitori dell’intera nazionale a Cuba. ‘L’interbase è il ruolo che mi piace di più, è chiaro che poi mi metto a servizio della squadra e gioco dove mi verrà chiesto – continua – spero l’anno prossimo di poter rimanere di più in questa posizione, contando magari su condizioni fisiche migliori”. Programmi immediati? ‘Inizio la preparazione invernale in palestra, senza forzare troppo, il calendario del prossimo anno è ricco di impegni, c’è anche l’Europeo con le qualificazioni alle Olimpiadi, ed è necessario essere in gran forma”.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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