“Per battere è necessario vedere la palla”

Silenzio e attenzione. Nemmeno negli Atenei più selezionati è facile vivere l'atmosfera di assoluto interesse che si registrava durante le lezioni di Tony Abbatine alla “Coach Convention” chiusasi domenica a Spoleto.

Istruttore a contratto sia per i Mets di New York che per i red Sox di Boston, Abbatine si occupa delle tecniche di visualizzazione della palla durante la battuta.
Insomma, lavora scientificamente partendo dall'ovvia asserzione che la palla “per batterla, bisogna vederla”.

Con l'ausilio di un computer, di foto e di un tono molto accattivante nel presentare i suoi argomenti, Abbatine diverte l'uditorio (“Un bravo battitore ha gli occhi di chi si è appena svegliato ed è rilassato: mente pulita, immagine più chiara”) e poi si fa di colpo scienziato (“Non aiuta il battitore sapere dove era la palla, piuttosto avere un'idea di dove andrà”).

Alla fine della sua lezione, salutato da un applauso, si intrattiene con diversi tecnici desiderosi di rivolgergli domande. Al punto che gli addetti del centro congressi sono costretti a far notare che devono chiudere la struttura.

Sulla via verso l'albergo ci siamo intrattenuti con l'istruttore, un italo americano orgoglioso delle sue origini: Beh, un articolo in Italiano su di me farà felice mia madre!.

Tony, la battuta è una scienza o un'arte? Non saprei…io tutto quello che so l'ho imparato. Quindi, direi più una scienza.
Per insegnare a battere non è quindi necessario essere stati grandi battitori? Io non ero granchè in battuta. Ho giocato al College ed ero piuttosto scarso.
Però sei diventato uno scienziato…Diciamo che ho accumulato diverse conoscenze. Ma nel 2000, nell'epoca di Internet, non ci sono scuse. Le conoscenze e gli aggiornamenti sono a disposizione di tutti. Io ho pregato i tecnici italiani di venire a 'rubare' quel che credono sul mio sito www.frozenropes.com.

Personalmente, credo che la battuta resti una questione di talento naturale: Guarda, io credo che solo…Dio possa decidere chi è in grado di battere bene la curva. Ma da uomini possiamo e dobbiamo cercare di migliorare.
Ad esempio, vedendo meglio la palla: Certo. Migliorare la visualizzazione è difficile, ma anche estremamente utile. Un piccolo miglioramento nel vedere la palla corrisponde di solito ad un grande miglioramento nei numeri di battuta.

This post was published on 27 Gennaio 2003 14:11

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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