Camilli: “Voglio la nazionale”

Dopo un decennio speso sui campi delle Minor Leagues, Jason Camilli inizia l'avventura italiana carico di motivazioni: Beh, da quando ho accettato l'offerta presentatami da Sal Varriale non faccio che pensare alla possibilità di rappresentare l'Italia. La mia famiglia è originaria di Palermo. Spero di meritarmi la convocazione in nazionale…anzi, ti dirò che se non saprò cogliere un'opportunità del genere voglio che qualcuno mi prenda a calci!.

Camilli era nel mirino del Cus Parma da almeno 2 anni. Come mai il 'matrimonio' ci ha messo tanto a concretizzarsi? Quando ho conosciuto Sal Varriale ero alla scadenza del mio contratto con gli Expos e avevo davanti a me il mercato da 'free agent'. Volevo verificare cosa valevo e se c'era la possibilità di arrivare più vicino alle Grandi Leghe.
Tu sei stato considerato un 'top prospect' da un paio di organizzazioni. Cosa non ti ha permesso di arrivare in Major? Ho firmato per gli Expos appena dopo la Scuola Superiore. Allora ero un ragazzo giovane e presuntuoso e che credeva di sapere tutto. Mi vedevo già in Major League, ma poi la vita del giocatore professionista è stata un risveglio brusco.
C'è rimpianto nelle tue parole: Io sono uno che ha deciso di vivere senza rimpianti, ma se dovessi averne uno sarebbe proprio quello di non essermi avvicinato al mio primo ingaggio da professionista con la necessaria umiltà.

Dopo gli Expos sono arrivati i Cubs, gli Angels e le Leghe Indipendenti. Addirittura nel 1999 Camilli è stato l'MVP delle finali.
Da veterano, come hai vissuto gli evidenti cambiamenti cui il baseball pro è andato incontro? Cosa dire, ho notato che il gioco è molto cambiato, ma non saprei dire se in meglio o in peggio.
Di certo i giocatori sono sempre più grandi, veloci e potenti: L'introduzione dell'uso sistematico dei pesi ha mutato in maniera radicale la cultura del lavoro di gran parte dei giocatori professionisti.

Quale ruolo preferisce Jason Camilli? Fino alla High School giocavo interbase, poi gli Expos mi hanno convertito in seconda base. Da lì in poi ho provato un po' tutti i ruoli del diamante. Posso giocare dove Chris Catanoso desidera.
Ti sei fatto un'idea del valore della quadra? Credo che sia una squadra competitiva. Almeno me lo auguro, perchè vorrei provare a vincere. Ho incontrato qualcuno dei compagni. So che dovrò conoscerli tutti, ma non mi preoccupa. Questa è la decima regular season che comincia per me e come sempre vedo all'inizio tutte facce nuove intorno. Il segreto è aiutarle a diventare una squadra.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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