Olenberger: “Finalmente in Italia”

Kasey Olenberger sorride quando gli viene fatto notare che il suo cognome non ha granchè di italiano: Eppure una parte della mia famiglia è originaria di Lucca.

Sono loro che ti hanno incuriosito sull'Italia? Più che altro sono stati i miei amici. Ho un sacco di conoscenti che hanno passato periodi di vacanza in Italia e mi hanno detto cose magnifiche sul paese. La mia famiglia, in effetti, mi ha sempre incoraggiato a venire. Però…devo confessare una cosa…
Vai tranquillo, non ci sarà nessuna punizione…La prima offerta l'avevo rifiutata. Avevo detto no, grazie. Continuo a giocare in America.
Poi cosa è successo? E' successo che ci ho pensato su e mi sono chiesto se ero impazzito. Avevo il numero di Matt Ceriani, che ha giocato con me a Solano e gli ho chiesto se ero ancora in tempo. Ed eccomi qui!.

Come lanciatore sei quasi sempre stato un rilievo: Beh, a parte il primo anno di College a Long Beach. Lì mi avevano utilizzato da partente.
Qui dovrai lanciare da partente, almeno all'inizio della stagione: Sono pronto. Chiaramente partire e rilevare non è la stessa cosa. Se devo entrare per un inning, anche in 2 partite di fila, vado e sparo tutto quel che ho. Da partente mi devo gestire di più. Ripeto però che mi sento pronto per iniziare le partite.
Tecnicamente come ti descriveresti? Ho una palla veloce che viaggia dalle 88 alle 92 miglia all'ora, uso lo slider come secondo lancio e il cambio come terzo.

Lo scorso anno ti è successo un episodio davvero curioso. Con tuo padre sei stato coinvolto in una rissa con nientemeno che Kevin Mitchell: E' arrivata fino in Italia quella storia? Mah, non è stata proprio una rissa. Era Mitchell che continuava ad accusare mio padre, che suggeriva in terza, di rubare i segnali. Mio padre gli ha fatto notare che il loro lanciatore era in no hit, quindi non è che fosse comunque molto efficace, e allora Mitchell si è infuriato. Io per la verità sono intervenuto per riportare la calma, ma mi è andata male. Sono stato colpito e anche squalificato.

Hai finito la stagione a Taiwan. Impressioni? Giocano un buon baseball, con la palla spesso in gioco, difese molto forti. Certo, non ci sono troppi battitori di potenza e i punteggi non sono alti.
E la vita a Taiwan? Beh, questo è un altro discorso. Dopo essere stato a Taiwan non sono mai più entrato in un ristorante cinese. E non credo che non ci entrerò più finchè campo….

Che obbiettivi hai per la tua prima stagione in Italia? Vorrei vincere. Ho vinto solo alla 'High School' e vorrei aiutare la squadra ad arrivare ad un trofeo. Poi c'è la nazionale che affronta la Qualificazione alle Olimpiadi e spero di giocare allo standard che serve per essere convocato.

Redazione

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