Di seguito pubblichiamo la lettera inviataci lo scorso 26 maggio da Gabriele Franzini al quale chiedo scusa per il ritardo nella messa on-line.
La pubblichiamo integralmente e ricordiamo che in fondo all'articolo è presente il link diretto alla casella di posta elettronica dell'autore.Il webmaster di Baseball.it Alessandro Labanti
Domenica scorsa a Modena (18 maggio ndr) si è celebrata la morte del baseball, almeno per quella parte di baseball che riguarda me, e i miei compagni di squadra.
Con la riforma dei campionati ci aspettavamo qualche cambiamento, qualche miglioria, l'uscita da quel “tunnel” fatto di abbandono da parte della Federazione. Eravamo fiduciosi: nuovo presidente, nuovi campionati… ma poi ci siamo accorti che i problemi sono gli stessi. Certo, nessuno ha la bacchetta magica, ma, lasciatemelo dire, l'amarezza è tanta. Domenica si è consumata la naturale conseguenza di alcuni problemi irrisolti.
Lo scenario è un campo a Modena, e la partita è quella tra Alpha Modena e Langhirano, una partita come tante che si giocano ogni domenica. La serie è la C1, dove i “vecchi” giocano per divertirsi, mentre qualche giovane punta a crescere, per arrivare a campionati più prestigiosi. Ma per raggiungere quell'obiettivo serve tanto lavoro, fatica, allenamento, e un pizzico di fortuna… almeno così pensavo, così mi hanno sempre insegnato, sin da quel lontano 1978, quando ho incominciato a muovere i miei primi passi nei vari diamanti della mia zona e a praticare questo sport che per me è diventato una passione che non lascerò mai, nemmeno quando appenderò le scarpe al chiodo.
Ma da ieri qualcosa è cambiato. Ho capito che il divertimento, il giocar bene e, ma questo è meno importante, la vittoria, non si possono ottenere quando chi gioca contro “schiera” un giocatore arbitro… in palese malafede!
Ed è così che ieri è successo di tutto, chi c'era ha visto, compresi i giocatori dell'altra squadra. Chi non c'era sicuramente si è divertito di più. La tragedia non è il fatto che la mia squadra sia stata “derubata” di una vittoria. La vera tragedia è che ci siano persone così, che rovinano questo sport, che non lo amano e che contribuiranno sicuramente alla sua morte.
Vorrei che questo “signore” spiegasse ai miei giovani compagni di giovani, che giocano per crescere e per imparare, perché si è comportato in questo modo. Vorrei che l'allenatore dell'altra squadra che ha detto che noi siamo “figli della stessa mamma”, senza naturalmente che l' “abitro” gli dicesse nulla (probabilmente confondendo la nostra mamma con la sua), ci dicesse il perché di quella frase. Vorrei che la federazione facesse qualcosa per porre rimedio a una situazione ormai insostenibile che solo per buona volontà spesso non si trasforma in rissa (e credetemi, ci vuole proprio tanta buona volontà!). Fatti simili non accadono solo a noi, ma accadono goni volta che manca l'arbitro federale, ogni volta che un giocatore della squadra di casa si improvvisa come direttore di gara e che, ci si aspetta, dovrebbe essere al di sopra delle parti. Passi che un pochino possa inconsciamente essere di parte. Ma quando la cosa è troppo evidente, fatta in modo disonesto, in aperta malafede, allora così non va, bisogna che la federazione faccia qualcosa. Lo so e mi rendo conto delle difficoltà, del fatto che di arbitri ce ne sono pochi, ma non capisco perché se ne devono vedere 4 in serie A, e non vederne nessuno in serie C1. Vogliamo che questo sport non muoia? Ricordiamoci che è dalle serie minori che si misura la vitalità di uno sport, che una casa senza le fondamenta non regge. Vogliamo dire “basta” a questa vergogna che ridicolizza il nostro gioco, la nostra passione, e noi che lo pratichiamo? Quante volte ancora dovremo vedere personaggi del genere “uccidere” il baseball? Nel frattempo dirò ai miei giovani compagni di squadra di tener duro, che lo sport è vita e che, purtroppo, anche qui ci sono i disonesti. Ma non so se basterà per tutti questa spiegazione. Si gioca per divertirsi, per svagarsi, perché si spera, in futuro, di diventare buoni giocatori e giocare ad alti livelli, ma quando accadono cose simili, c'è il rischio che poi ci si stanchi. Poi non lamentiamoci se il baseball è ridotto ai minimi termini. Ci sono persone che lo “praticano”, che forse non lo amano abbastanza.
Gabriele Franzini
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