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Danesi, tutto facile anche nel secondo derby (8-1)

Diego Ricci (7,0 rl, 5 bv, 2 b, 3 k) in grande spolvero, un attacco trascinato da Tovar (4 su 4 con due doppi) che non lascia praticamente scampo, grinta e concentrazione in ogni giocata. La Danesi Nettuno si aggiudica anche il secondo derby contro il Colavita Anzio, sfiorando di poco la manifesta inferiorità e riuscendo soprattutto a dimostrare che quando l'attacco gira a dovere son dolori per tutti. Quindici valide ne sono il segno eloquente.
Rispetto alla sera precedente Morville lascia Bosco in panchina e mette in campo Di Mattia, scelta ben ripagata visto che il giovane esterno, insieme a Sanna (3 su 3), è stato l'unico a battere con continuità di un line up a dir poco addormentato. Dall'altro fronte Frezza viene mandato in prima base, De los Santos battitore designato.
La gara si sblocca subito, De Franceschi va in seconda per errore di Tavarez e viene spinto a punto dal primo dei due doppi di Tovar. L'Anzio si rende pericoloso al secondo, singolo di Casolari e doppio di Sanna, con uomini in terza e seconda una rimbalzante di Scorziello consente a Schiavetti di eliminare Casolari a casa. Altra occasione ospite al terzo, il Colavita riesce a mettere subito due uomini in base (singolo di Di Mattia e base a Santolupo), ma Raoul Franco batte in doppio gioco e Tavarez non va oltre un'innocua volata. Al terzo la Danesi allunga, preceduta da altri due errori della difesa ospite e da una doppia rubata, una volata di Frezza consente a Schiavetti di segnare il 2 a 0. Al quinto il match si chiude, il partente De Rossi cede quasi di schianto e concede quattro valide più un balk per il 5 a 0. La spinta dei padroni di casa non si esaurisce, con uomini agli angoli arriva un doppio di Paoletti per il 7 a 0 che mette virtualmente la parola fine al match.
Manca solamente la manifesta inferiorità che non arriva, e nel finale sul mound per il Nettuno c'è spazio anche per Silvio Censale, apparso in netto miglioramento. E' lui però che subisce il punto della bandiera anziate, proprio al nono, ultimo acuto di una partita giocata con un caldo quasi soffocante.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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