Categories: Punto e a capo

E' una Coppa che non ha significato

La Coppa dei Campioni riprende mestamente la via dell'Olanda. Mestamente per noi italiani, che non la vinciamo da 4 edizioni di fila, meno per il Neptunus Rotterdam, che questi tornei li ha tutti vinti.

Ha vinto il Neptunus e quindi viva il Neptunus, ma la Telemarket Rimini ha più di qualche rammarico a cui pensare. In vantaggio per 2-0 nella peggior partita lanciata da Rob Cordemans a cui io abbia assistito dal 1996 ad oggi, la squadra Campione d'Italia si è letteralmente fatta harakiri commettendo 3 errori difensivi tutti su giocata di 'bunt' sbagliata dagli olandesi. Anche questo è un piccolo record: una squadra olandese che indirizza 3 bunt uno in fila all'altro nelle fauci del lanciatore, il quale ultimo si incarica di sbagliare tutte e 3 le giocate.
Peccato per Sanchez, che aveva lanciato una partita magistrale, e peccato per il Rimini che aveva l'occasione per vincere un trofeo al quale teneva moltissimo davanti ad uno stadio riempito da un pubblico rispettabile, sia come numero che come partecipazione e correttezza.
Si può anche discutere, e in tribuna stampa lo si è fatto, se non era il caso di chiamare Tonkin dal 'bull pen' prima. Ma la chiave di volta della gara non è stata quella.
Semmai, bisogna piuttosto riconoscere come, e impietosamente, la partita di sabato notte abbia evidenziato una certa differenza di valore atletico tra il nostro baseball e quello olandese a livello di corsa sulle basi e aggressività. All'ottavo inning, e per 2 volte, gli ospiti hanno mandato il corridore dalla prima alla terza contro il braccio di Chiarini e al nono il Rimini si è fermato in seconda, con identica situazione di 2 out, contro il ben meno temibile Van't Klooster, apparso oltretutto abbastanza spaesato durante tutto l'arco della partita. Forse non sarebbe cambiato nulla, ma almeno gli olandesi avrebbero giocato più sotto pressione gli ultimi minuti di partita.

Non è stata una gran Coppa, comunque. E con questa formula non lo potrà mai essere.
Al pubblico è stata mostrata una sola partita degna di interesse: la finale. C'è da chiedersi se la Federazione Europea faccia apposta a togliere interesse alla sua più importante manifestazione per club, perchè se è così, va detto che raggiunge lo scopo benissimo.
Ricordo sempre con rimpianto la Coppa a girone unico, con finale al meglio delle 3 vittorie tra le prime 2 classificate. Non esiterei a definire interessante la formula 'double elimination' modello “World Series” di College. Qualsiasi cosa, ma non un torneo nel quale i migliori lanciatori (Cordemans e Sanchez) stanno in vacanza da martedì fino a sabato sera (detto tra noi, 2 inning martedì li potevano anche lanciare, giusto per vedere i battitori…) o l'allenatore dell'Hcaw manda tutti i suoi lanciatori peggiori in campo contro il San Marino “perchè tanto vinco lo stesso” e si ritrova brillantemente a giocare per il quinto posto.

Come se non bastasse, a fine torneo non è stato consegnato un solo premio al di fuori della Coppa, che Aldo Notari e un delegato olandese hanno portato in campo con fare circospetto mentre il pubblico stava già sfollando. Meno male che lo speaker si è ricordato di dire che il Neptunus aveva vinto e che il pubblico, non solo olandese, ha applaudito convinto.
Non c'era più nessuno che potesse essere coinvolto in una premiazione, allo stadio dei Pirati. Non c'erano più le altre squadre, non c'era chi doveva premiare.
Scusate, ma il pubblico di Rimini meritava qualcosa di meglio.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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