Davey Johnson è un pensionato di lusso. Carico di gloria (vinse le “World Series” del 1986) e denaro (prima di diventare un grande allenatore fu anche un grande giocatore in America e Giappone) ha deciso di ritirarsi dopo una non troppo soddisfacente esperienza ai Dodgers nel 2000.
“Dal baseball” ci dice sorridendo “In realtà non sono mai uscito. E non potrei, visto che sono un uomo di baseball da sempre. Continuo ad aiutare i programmi di alcuni College della Florida, dove vivo”.
Come mai ha accettato di allenare l'Olanda? “Io sono in contatto con Pat Murphy, che ha allenato in passato l'Olanda. Mi ha messo a conoscenza della terribile tragedia che ha colpito Rob Eenhoorn e ho deciso subito che avrei dato una mano a questo ragazzo che è stato un buon giocatore e come manager ha fatto un lavoro eccellente”.
Conosce il baseball fuori dagli Stati Uniti? “Ho giocato in Giappone e già lì mi ero convinto che il buon baseball si gioca in un modo solo. Poi dopo 40 anni a certi livelli, credo di essere in grado di riconoscere il talento”.
La vostra prima avversaria dovrebbe essere l'Italia…”Mi dicono che sia forte, ma anche noi siamo forti. Di sicuro, siamo una squadra che sbaglia poco e che quindi difficilmente si batterà da sola. Lo staff tecnico è di prim'ordine e lavora con professionalità. Qui in Olanda c'è un ottimo programma e semmai sono io che devo imparare alla svelta sul conto degli avversari”.
Punti deboli non ne avete, insomma: “Non ho detto questo. Ad esempio, devo sistemare
Dell'Italia sa? “Poco. Sono venuto a dicembre e cont di tornarci. Già che sono in Europa conto di portare mia moglie in Italia e a Parigi. Sa, lei si occupa di moda…dirige una boutique che si chiama 'Bella' ad Orlando”.
Prima di salutarci, ci dica la sua sul mondo delle Majors: “Guardi, non mi piace vedere stipendi così alti e ancora meno mi piace l'idea che la gente spenda delle fortune per andare a vedere le partite. Credo che tutte queste multinazionali che si comprano squadre di baseball dovrebbero cercare di fermarsi a riflettere: il vecchio gioco è una cosa per tutti, per le famiglie. Non per i VIP e basta”.
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