Non è facile, credete a me

Devo ammettere che avevo pensato di non scrivere il diario. Perchè questa è una rubrica 'leggera' e il mio stato d'animo è invece un po' pesante.
Personalmente, mi sento parecchio coinvolto nel risultato dell'Europeo, che è una disfatta storica. Della quale non parlerò qui adesso, ma sulla quale tornerò (parlo degli aspetti “tecnici”) dopo il 28 luglio, penso doverosamente.
L'impegno che ho preso con l'editore e il titolare del dominio di baseball.it è quello di non far mancare il mio spirito critico sugli eventi agonistici. Ho deciso di farlo con entusiasmo e continuerò a farlo ancora per questo luglio del baseball europeo.
Voglio però spiegarvi perchè non è facile. In qualità di addetto stampa della Federazione io vengo a conoscenza di cose che non è logico che divulghi in qualità di cronista. Lo sapevo fin dall'inizio, ma oggi mi pongo troppo spesso la questione: il punto di equilibrio, dov'è? E non mi so dare una risposta. O meglio, me la so dare benissimo. Sono in effetti stanco di cercare un punto di equilibrio che non troverò.

Cercherò di essere più chiaro. Io sono uno di quelli che ha perso, l'altro giorno con la Svezia. E pur avendo perso, pur continuando a pensare cosa potevo fare di più IO nel mio piccolo per evitare quel che è successo, devo contemporaneamente rispondere alle esigenze di chi si aspetta che io critichi questa sconfitta, forse che io trovi “dei colpevoli”. Qualcuno magari spera che io dica che “è colpa mia”. E non sa quanto vorrei che fosse vero, perchè se per far giocare bene e vincere la nazionale bastasse cambiare il sottoscritto, non vedrei l'ora di farlo.
Insomma, avete capito perchè è difficile?

Da un punto di vista strettamente teorico, i prossimi 3 giorni potrebbero anche essere vacanzieri.
Lo fu il giorno libero all'Europeo di Bonn, 2 anni fa. Allora mi recai ad Aachen, l'antica Acquisgrana. Allora ero in effetti un “libero cittadino”, non l'addetto stampa della Federazione. Allora me ne potevo andare in giro che non fregava niente a nessuno. Anzi, ridevano scoprendo che avevo lasciato il telefonino sul tram e di cosa avevo combinato per recuperarlo. Oggi, se perdessi il telefonino, correrei il rischio di essere denunciato di un danno al demanio, perchè la carta sim del telefonino è della Federazione che, pensate, paga anche la bolletta. Un vero scandalo. Io chiederei le mie dimissioni.

Forse a questo punto dovrebbe intervenire il “garante per l'equidistanza di baseball.it dalla Federazione” (se non c'è, lo creiamo) per valutare se non sto facendo troppa politica. Lo rassicuro: io non sto facendo per niente politica, nè qui nè altrove. Io sono solo un cronista sportivo che sta provando a dire che è stanco. Di più: stanco, amareggiato e deluso. Il mio unico privilegio è che c'è qualcuno che me lo lascia scrivere.

Questa mattina sulla spiaggia di Zandvoort sono stato ripetutamente scambiato per il bagnino. Curioso, perchè indossavo la polo da riposo della nazionale (uno scandalo che me l'abbiano data, lo riconosco, era meglio destinare quelle risorse federali a qualcosa di più costruttivo) e un paio di blu jeans (miei, anche quasi distrutti e niente affatto federali), ovvero tutto, tranne un abbigliamento da spiaggia.
In linea di massima, quando una persona di lingua olandese vi si rivolge il primo impatto suona più o meno così: “vrsanfertrandscheee”. Il secondo, abitualmente è in Inglese, accompagnato da sorrisino di compatimento. Se per caso non capite nemmeno l'Inglese, è lecito chiedersi come abbiate fatto ad arrivare sulla spiaggia di Zandvoort o, almeno, con quale scopo avete deciso di visitarla.

Andare al mare in Olanda è qualcosa di abbastanza atipico per noi. Qui vi noleggiano una sdraio solo dopo averla riparata con una specie di tenda, come dire un ombrellone laterale. L'ombrellone effettivo qui non è utilizzabile, perchè finirebbe col volare via. E poi, da cosa vi dovrebbe proteggere? Una simpatica muta da sub, non si sa mai vi venga voglia di entrare in acqua, invece la comprenderei nella dotazione del potenziale visitatore della spiaggia di Zandvoort.

Chiudo con qualche osservazione alimentare. Qui si fa tanto parlare della bontà di queste aringhe 'dutch', ma poi quando si va a cena fioccano spaghetti al pomodoro, pizze e compagnia. Mi sa che ci siano importanti dirigenti europei che con 'ste sardine vitaminizzate ci marciano, ma a mangiarle sul serio manco ci pensano.

La scoperta del mese di luglio è invece un liquore locale che la gentile cameriera della nostra pizzeria preferita chiama “henefe” o qualcosa di simile e che io trasponendo i suoni che emettono qui scriverei più o meno “Geneve”, o qualcosa di simile. Scrivetelo come volete, a fine pasto ha il suo perchè.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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