Categories: Punto e a capo

Da adesso non c'è appello

Commentare questo Europeo numero 28 è difficile, perchè a dire le cose come stanno si finisce sul confine della “giustificazione”, cosa che io vorrei assolutamente evitare. Al che, non mi resta che essere chiaro fin dall'inizio: al piazzamento dell'Italia una giustificazione non c'è. Non esiste, insomma, una sola parola che io potrei scrivere e che allevierebbe la delusione per quel che è successo. C'è però parecchio da dire sul perchè è successo e cosa questo significhi.
Prima di addentrarmi in questo discorso lasciatemi però essere ancora una volta molto chiaro: Non dovrebbe esistere un torneo di baseball nel quale una squadra che vince 6 partite su 8 arriva quinta e una che ne perde 5 su 8 arriva quarta.
Non lo sostengo io, bensì il manager degli arancioni d'Olanda Rob Eenhoorn in una intervista al “Rotterdams Dagblad”. (la mia traduzione dall'Olandese all'Italiano prendetela con beneficio di inventario) Io posso semmai aggiungere che la Spagna ha perso 2 partite come l'Italia, la Grecia ha perso 2 partite come la Spagna e la classifica del torneo è un gran pastrocchio che non rispecchia i valori in campo né lo spirito di questo sport.

L'Italia, insomma, resta la seconda potenza d'Europa.
Sempre Eenhoorn ha dichiarato che i paesi che possono vincere l'Europeo Erano 2 e ora sono 3, riferendosi presumibilmente alla Grecia. Staremo a vedere come si evolverà la storia del baseball greco, ma finchè non ci sarà in Ellade un campionato, mi riuscirà difficile concepire questo paese come una potenza.
Noi non siamo i primi che dovrebbero fare i “verginelli” sulla storia dei giocatori di scuola americana, d'accordo. Ma l'operazione Grecia mi sembra ai limiti del grottesco. Se questi paesi riusciranno a scovare un miliardario voglioso di fare la stessa operazione di Peter Angelos, avremo fortissime nazionali di Irlanda, Israele, Polonia e Serbia Montenegro quanto prima. Basterà che seguano l'esempio greco.

Veniamo all'Italia nel dettaglio.
Auto definirci “seconda potenza d'Europa” potrebbe essere ritenuto presuntuoso (in effetti siamo arrivati quinti), ma in realtà è un grande atto di umiltà, visto che l'Italia la superiorità olandese non l'ha mai accettata.
Ora l'ulteriore atto di umiltà deve portarci a riconoscere che in Europa c'è stato un certo livellamento e che la causa di questo non è da ricercarsi né in un nostro particolare calo né in una particolare crescita dei nostri avversari. Piuttosto, i nostri avversari arrivano agli appuntamenti più preparati.
La Russia nel 2001 si recò a Bonn (triste ricordo anche quello…) dopo una serie di partite disputate in America. All'Europeo fu seconda.
Non è che tutto dipenda da quello, perchè quest'anno la Russia ha ripetuto l'esperimento e si è piazzata ottava, ma è indice di una attitudine differente. La stessa che ha portato paesi e federazioni ambiziose (Repubblica Ceca, Francia e Spagna in particolare) ad investire sui giocatori. Ai miglior prospetti questi paesi hanno chiesto di mettersi a disposizione anima e cuore fino alla fine di questo torneo qualificatorio e le rose sono state completate con atleti di scuola straniera, che si stanno rivelando decisivi per gli equilibri delle loro formazioni.
Mettete poi nel conto che si gioca in Olanda, terra storicamente avara di fuoricampo e quindi di gare ribaltate nel finale, e che si usano le mazze di legno, strumenti che sono meno amici dei battitori rispetto alle loro consorelle in alluminio e le conclusioni saranno presto tratte: oggi è difficile vincere con tutti.

Cosa combineremo da mercoledì? Obbiettivamente, non ci sono alternative: l'Italia deve arrivare almeno seconda. Rimanere fuori dalle Olimpiadi non sarebbe “una salutare lezione”, piuttosto si tratterebbe di qualcosa estremamente vicino al disastro. Almeno abbiamo una consolazione: se accadrà, ce lo saremo meritato. Il torneo infatti è un 'uno contro tutti' classico. Breve e intenso, ma senza gli inghippi di una eliminazione diretta.
L'avversario più pericoloso è la Spagna, che l'Italia affronta mercoledì al debutto. Al di là di un fantomatico “cubano che dovrebbe arrivare”, la Spagna ha 2 buoni lanciatori come Civit e Ros e il fastidioso Taveras, 'curvaiolo' a noi indigesto. Non è una formazione fortissima in attacco, ma segnarle punti non è così facile, vista la classe del suo esterno centro Garcia (originario del Venezuela) e del suo interbase Perez (cresciuto a Cuba).
La Francia, seconda avversaria, è una squadra dello stesso genere. Se ne è accorta l'Olanda, che contro i transalpini ha vinto solo 1-0. Robin Roy, canadese francofono, è un signor lanciatore. Palla vicina alle 90 miglia, slider importante, può essere pericoloso per chiunque. La speranza è ovviamente che giochi in gara 1 e venga risparmiato all'Italia.
Le altre 2 vittorie l'Italia le deve conquistare contro la Repubblica Ceca e la Svezia. Si tratta di squadre scorbutiche, come abbiamo visto, tutt'altro che facili da battere, ma che a livello di classe e valore dei giocatori appaiono meno forti delle nostre cugine del Mediterraneo.
Vinte queste 4 partite, la sfida con l'Olanda potrebbe diventare un'amichevole di lusso, se non fosse che arriva esattamente a metà torneo.

Faraone potrà decidere come affrontarla sulla base dei risultati delle prime 2 gare.
Contro la Spagna pare scontato lancerà Vigna (che così sarà disponibile, almeno come rilievo, per la gara di chiusura con la Repubblica Ceca) e Censale dovrebbe essere il partente della sfida con la Francia. In caso di 2 vittorie, lo staff azzurro potrebbe anche decidere di dirottare Olenberger sulla partita con la Svezia e scegliere una soluzione diversa per affrontare gli olandesi.

Certo, l'assenza dell'infortunato De Santis non è una buona notizia, ma se pensiamo a Milano e Nyari primi 2 rilievi nel bull pen, a Nava, Sandy Patrone e Lucena pronti per essere sia rilievi che partenti, all'ottimo Martignoni visto con la Repubblica Ceca, all'esperienza di Bartolucci, abbiamo onestamente una varietà di scelta trai lanciatori che nessun'altra nazionale impegnata nella Qualificazione può vantare, nemmeno l'Olanda.
La chiave di volta del torneo sarà secondo me il rendimento in battuta. Gli inserimenti di Di Pace e Carlo Patrone nella rosa danno una soluzione in più a Faraone e dovrebbero poter garantire un po' più di protezione a Liverziani e Chiarini, apparsi sotto pressione durante l'Europeo.

Andiamo fiduciosi allo scontro. Certamente dobbiamo rimanere sereni, ma sarà bene anche essere consapevoli di giocarci una buona fetta del futuro del baseball italiano.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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