Una delle domande più comuni che la gente si pone nell’ambito degli sport di squadra è quella relativa all’importanza dell’allenatore, in altre parole: ‘ma quanto conta un allenatore? La risposta non può essere generalizzata in quanto vi sono sport in cui l’incidenza tecnico-tattica è superiore rispetto ad altri; pensiamo infatti alla complessità degli schemi del football americano rispetto per esempio a quelli della pallamano. Da appassionato di calcio ricordo che la squadra del Napoli, quando vi giocava Maradona, vinse due scudetti con allenatori assai modesti, avvalorando la tesi di quelli che sostengono che sono i giocatori a rendere bravo un allenatore, e non viceversa.
Nel nostro gioco, ritengo invece che il ruolo del manager e del suo staff sia fondamentale: quante volte abbiamo visto vincere una squadra grazie al cambio di un lanciatore, ad una smorzata di sacrificio, ad una rubata in un momento topico dell’incontro; spesso è infatti una decisione del manager ad influenzare una partita, a decidere la vittoria o la sconfitta della propria squadra. Vediamo allora alcuni aspetti del ruolo del manager, partendo dalla composizione del lineup: l’allenatore ha la responsabilità di schierare gli uomini che devono affrontare il pitcher avversario, stabilendone l’ordine in battuta: il primo giocatore in battuta, il cosiddetto ‘leadoff, è normalmente il giocatore più veloce della squadra, quello che ha più possibilità di rubare una base e di mettere sotto pressione la difesa con la sua rapidità; uno dei più bravi leadoff di tutti i tempi è stato Rickey Henderson, mentre attualmente tra i migliori in questo ruolo troviamo Ray Durham dei Giants, Juan Pierre dei Marlins ed Ichiro Suzuki dei Mariners.
Il secondo posto nell’ordine di battuta è assegnato al battitore che ha poca potenza ma un’alta percentuale di arrivi sulla base (in americano OBP, On Base Percentage); per arrivi sulla base si intendono oltre alle valide anche le basi ball e gli eventuali ‘hit by pitch. Si tratta quindi di un giocatore con grande pazienza al piatto e dotato di un buon occhio. Al terzo e quarto posto del nostro lineup troviamo i battitori più forti, quelli cioè capaci di battere fuori campo con continuità, giocatori alla Barry Bonds, Sammy Sosa ed Alex Rodriguez, per intenderci! Il quarto uomo in battuta viene chiamato in gergo ‘clean-up, nel senso che il suo compito sarà quello di ‘pulire le basi portando i suoi compagni a punto. Il quinto uomo in battuta ha una grande importanza strategica, in quanto ha il compito di proteggere la stella della squadra che normalmente batte quarta nel lineup; questa protezione consiste nel fatto che se il quinto battitore è scarso, il lanciatore avversario concederà molto poco al fuoriclasse, spesso regalandogli una base intenzionale, con l’idea di giocarsi le sue chance con il battitore successivo; se invece il quinto battitore ha medie elevate, state sicuri che il lanciatore avversario starà attento a non concedere basi ball, lanciando più palline in zona di strike. Non dimentichiamo che l’anno in cui Barry Bonds ha battuto 73 fuoricampo lo ha fatto anche grazie alla presenza del fortissimo Jeff Kent alle sue spalle! Passiamo alla parte bassa del lineup, dove negli spot numero sei e sette troviamo normalmente le mazze più fredde della squadra, ma non necessariamente i giocatori più scarsi: capita infatti che un manager retroceda negli ultimi posti del lineup un suo giocatore forte che si trova in un brutto momento di forma (slump); le motivazioni sono essenzialmente due, una di carattere psicologica (il giocatore si sente meno responsabilizzato e può maggiormente concentrarsi nel ritrovare il suo swing), ed una pratica (evitare che una mazza fredda possa fare troppi danni alla propria squadra). L’ottavo posto nel lineup è, soprattutto nella National League, uno dei più delicati strategicamente. Come sappiamo nella NL al nono posto va a battere il lanciatore che a parte poche eccezioni (Mike Hampton….), ha poche possibilità di battere una valida; avere quindi un battitore veloce che sa andare in base con discreta continuità può essere fondamentale nell’arco di una stagione, in quanto potrà consentire ai suoi pitcher di effettuare una smorzata di sacrificio rendendosi utili alla squadra, piuttosto che subire uno strike out!
Altro fattore fondamentale di cui un manager deve tener conto nella costruzione del lineup è l’alternanza di battitori destri e sinistri: avere infatti una sequenza in battuta destro-sinistro-destro-sinistro può mettere in seria difficoltà il manager avversario nella scelta del lanciatore da mandare sul monte, specialmente negli ultimi inning di partite punto a punto. Molto importante e delicata è anche la gestione del giocatore: evitare cioè di spremere un giocatore caldo, o dimenticare in panchina un giocatore fuori forma; nel primo caso un turno di riposo consentirà al giocatore di tirare il fiato e di prolungare così la sua striscia positiva, nel secondo caso il rischio è di non consentire al giocatore di entrare in sintonia con la propria mazza, cosa che si ottiene solo giocando. In una intervista di qualche anno fa, l’attuale allenatore dei Cubs Dusty Baker sostenne che un giocatore diventa più forte fisicamente ad ogni giro di mazza, ed io che pensavo che un giocatore dopo circa 600 turni di battuta si stancasse!
Per concludere, un bravo allenatore è anche in grado di capire se un suo giocatore è a posto o meno fisicamente prima che le statistiche lo condannino: visto che è abitudine consolidata della maggior parte dei giocatori della MLB di non rivelare i propri infortuni (vedi Shawn Green che ha dichiarato pochi giorni fa di soffrire di un dolore alla spalla praticamente dall’inizio della stagione….), gli allenatori si affidano a piccoli trucchi, uno dei quali consiste nel verificare se il giocatore batte spesso in foul le fastball: questo segnala un giro di mazza lento, un campanello d’allarme che fa intuire la stanchezza del giocatore.
Per esigenze di spazio ci fermiamo qui, continueremo l’argomento nelle prossime settimane analizzando la gestione dei lanciatori ed il ruolo dello staff del manager, a presto!
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