Il Cantine Ceci Cus Parma ha chiuso la stagione regolare con il tutt'altro che entusiasmante numero di 31 sconfitte, esattamente come nel 2001, indicato come l'anno peggiore della sua storia.
Nel 2002 Parma di sconfitte ne ha subite 24, concludendo a 5 lunghezze dalla zona play off.
Per uno di quei misteri che lo sport ci ha insegnato a non considerare mai tali Chris Catanoso, il manager di una stagione drammaticamente chiusa con 12 gare di ritardo dalla zona play off, è saldo in sella, mentre i suoi colleghi che hanno chiuso nel 2001 a 10 gare dalla quarta (Claudio Corradi) e nel 2002 a 5 (Sandro Rizzi) hanno pagato personalmente.
La questione si può interpretare secondo la solita filosofia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.
Io preferisco il secondo caso: “la società ha un programma e ritiene Catanoso la persona giusta per svilupparlo”. Voglio però chiaramente dire che Catanoso ha le sue grosse colpe, e non tanto per una gestione dei lanciatori apparsa a dir poco curiosa nelle gare decisive o per la poco edificante serie di sconfitte consecutive finali. Piuttosto, per aver mandato in campo una squadra nervosa, litigiosa e che ha spesso avuto atteggiamenti censurabili. D'altra parte, lui per primo è stato lontano dalla panchina per una squalifica lunga sette giornate.
Non è poi un mistero: Parma ha sbagliato campagna acquisti. Ceriani (catcher che ora ha nel cassetto un contratto da 'Doppio A' con i DBacks) è durato lo spazio di 3 giornate, Camilli (che doveva essere il trascinatore) ha convissuto con infortuni pregressi e una forma che stentava ad arrivare. Di Pace (che doveva essere lo slugger) non ha fatto un fuoricampo in tutto il girone d'andata. Candotti, arrivato al posto di Ceriani, è purtroppo uno di quei giocatori che legittimano il postulato “meglio un italiano di certi oriundi”. In compenso, un catcher come Parisi e un solido battitore come Balgera hanno disputato stagioni degnissime a San Marino e Rimini. Errori, onestamente anche un pizzico di malasorte e qualche scelta incomprensibile.
Al di là delle lunghe discussioni che hanno diviso i tifosi tra “italianisti” e “oriundisti”, quel che è mancato a Parma negli ultimi anni non è tanto un mercato ben fatto, quanto una filosofia di lavoro. Questa stagione lo ha dimostrato chiaramente: da Godo Parma ha prelevato Tanesini e da Collecchio Rizzoli. Entrambi in A2 giocavano centro esterno e Parma in rosa nel loro ruolo aveva già l'ormai veterano Vasini e Larkin, uno dei 3 stranieri. Il senso di queste operazioni?
Con il 2004 lo storico capitano Max Fochi passerà nella stanza dei bottoni, con un incarico di grande responsabilità fin da subito.
L'impressione è che Parma tenterà di essere competitiva fin da subito. Come, ce lo spiegherà lo stesso Fochi non appena l'incarico sarà ufficiale.
Di certo non c'è una soluzione “sicura”. Per riuscire a riportare il suo Cus tra le prime quattro, Fochi avrà bisogno di giocate da vero e proprio “guanto d'oro”.
In vista dell’Assemblea Nazionale di Pieve di Cento, l’imprenditore romano ed ex-giocatore candidato alla Presidenza…
Intervista esclusiva con l’interno di origini e passaporto taliani che dopo l’esperienza con l’Under 23…
Al Teatro del Cerchio insieme ai candidati in Consiglio Federale del gruppo “Conto Pieno 2024”:…
Sono 5 i giocatori provenienti dalla serie A: il lanciatore Mendez del S. Marino, i…
Il presidente uscente fa il punto sulla sua gestione, dai 7 inning all'accademia che si…
Il neo presidente Antonio Pugliese ha annunciato l'arrivo di uno dei più forti battitori del…