A Cuba servono 13 riprese per battere il Messico

Il finale non è stato un granchè: base per ball a Cepeda da parte di Duarte (sesto lanciatore del Messico) alla tredicesima ripresa e punto decisivo (per la cronaca, di Tabares) a casa. La partita però è da ricordare per le emozioni e l'altalena di punteggio che ha regalato. Cuba vince (5-4) e al Messico restano le recriminazioni. Per il fuoricampo in foul di Robles al dodicesimo, ad esempio, per una chiamata di terzo out (su Valenzuela) in terza al tredicesimo contestata a lungo. Ma anche per non aver colto rubando al settimo Paret, nonostante il catcher Munoz avesse chiamato pitch out. O per non aver passato in base Gourriel subito dopo, che ha puntualmente battuto a casa il punto del pareggio.

Cuba ha sofferto molto la non brillantissima giornata di Norge Vera. Sul punteggio di 1-1 al sesto Luis Garcia ha addirittura punito il numero uno cubano con un lunghissimo fuoricampo che aveva portato il Messico in vantaggio per 3-1.
Nemmeno Lazo, impiegato sull'insolita distanza delle 5 riprese, ha brillato. Certo, ha mietuto strike out come suo solito, ma riotrovatosi in vantaggio 4-3 (punto segnato all'ottavo su 'smanicata' abbastanza fortunosa di Urrutia) ha buttato al vento la possibilitá di vittoria subendo 3 valide al nono e addormentandosi letteralmente mentre Ray Martinez, che avrebbe segnato il punto del 4-4, gli rubava la terza.
Il lanciatore vincente di Cuba è Osmari Romero, entrato alla tredicesima ripresa.
Da rimarcare sono le 3 valide ciascuno di Paret e Gourriel (che ha anche 2 punti battuti a casa) e il punto battuto a casa dal solito Pestano.

“E' stata durissima” ha detto lo skipper cubano Higino Velez in sala stampa “Il Messico è una gran squadra e conferma che il livello di questo torneo è davvero alto. Lasciatemelo dire, è stata una gran vittoria”.
Il manager del Messico Juan Navarrete non è apparso deluso: “Non posso fare appunti a questi ragazzi. Abbiamo giocato un baseball consistente e quando si offrono queste prestazioni di solito si vince. Penso che ci toglieremo soddisfazioni, andando avanti col torneo. Lasciatemi rimarcare la gran prova come rilievo di Isidro Marquez nelle riprese supplementari”.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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