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Cuba e Stati Uniti hanno una marcia in più

La Qualificazione Olimpica delle Americhe inizia la fase ad eliminazione diretta. E' il caso di dire “finalmente”, perchè è dal 30 di ottobre che qui a Panama si gioca, di fatto, solo per…eliminare il Nicaragua, l'unica delle formazioni presenti al pre olimpico ad essere già stata rispedita al mittente. Ci saranno altre occasioni per parlare della formula di questo torneo e della sua organizzazione. Qui ci limitiamo agli aspetti positivi, che sono quelli tecnici.

Invertendo il programma (il Mondiale Universitario 2002 di Messina resta quindi l'unico esempio a memoria d'uomo di torneo nel quale la squadra di casa, l'Italia, si trovò costretta a giocare una gara ad eliminazione diretta di pomeriggio), Panama affronterà alle 20 di venerdì Portorico, mentre alle 15 saranno gli Stati Uniti a sfidare il Messico.
Sabato invece alle 15 toccherà a Canada e Colombia e alle 20 a Cuba e Brasile.
Qui a Panama la stampa locale ha convinto tutti del fatto che le due formazioni che disputeranno i Giochi di Atene in rappresentanza delle Americhe saranno Cuba e Panama. Personalmente, trovo che questo tipo di pronostico non abbia fondamento tecnico e sono più propenso a credere che a qualificarsi saranno Stati Uniti e Cuba, come accadde nel 1999.

Gli Stati Uniti sono stati fin qui la formazione migliore: 3 partite, zero punti subiti e nessun errore commesso, cioè il sogno di qualunque allenatore. Il tutto con il supporto di un attacco che ha in Rouse, Koonce e Mauer sicuri prospetti di Major.
Cuba non è la squadra migliore, però è una squadra. Il concetto non è tanto facile da spiegare, ma ci proverò.
Le altre formazioni sono “selezioni”. Qualcuno a Panama, Portorico, Messico negli Stati Uniti o in Canada ha fatto la lista dei migliori giocatori che potevano essere convocati e li ha messi assieme. Difficile che a questa maniera si crei spirito di corpo, anche se i nord americani cercano di convincerci ripetutamente del fatto che sono “un grande gruppo” e i panamensi del fatto che “giocano per la bandiera”. Cuba lo è veramente (un gruppo) e lo fa veramente (giocare per la bandiera) e con tanta convinzione da rispedire a casa uno dei suoi migliori giocatori (Kendry Morales) per averlo visto distratto (dai dollari degli americani o dalla mamma malata, fate voi). Magari esagerando un po', ma facendo capire come funzionano le cose.
In più Cuba, benchè non abbia l'approccio scientifico dei nord americani o degli asiatici, arriva sempre preparatissima alle partite. In questo credo che un po' di merito lo abbia anche l'esperienza che il suo allenatore Higino Velez ha fatto in Europa grazie ai diversi incarichi ricoperti in Italia.
Per me, Velez è il miglior allenatore del lotto. Ha vinto 2 Mondiali e un Intercontinentale pur avendo dovuto ingoiare più defezioni di qualsiasi altro allenatore della storia del baseball cubano. E se Cuba trova sempre la zampata giusta, credo che gli vadano riconosciuti grandi meriti. Ovviamente, si tratta di meriti che deve condividere con alcuni fuoriclasse veri che ha in squadra come Michel Enriquez ed Eduardo Paret, giocatori che sarebbero in Major League, se esistesse nello sport una giustizia. O con comprimari che rendono sempre al 110 per centro, come Ariel Pestano o Tabares.

Con una formula del genere, comunque, può succedere di tutto. Ad esempio, che il Messico (che non ha fin qui vinto mai) batta gli Stati Uniti (che fin qui hanno vinto sempre). Il Messico è una squadra di professionisti scafati, che ha messo paura a Cuba (vittoria dei Campioni del Mondo al tredicesimo) e merita assoluto rispetto.
Anche la sfida tra Portorico e Panama è da ritenersi tutt'altro che scontata, perchè Portorico ha lanciatori di primo piano come Albaladejo (uno dei migliori prospetti dei Pirates) o Olivares (un 35enne ex Major) che possono battere chiunque e Panama il suo miglior elemento (Picota) lo ha già usato contro gli Stati Uniti e ha Bruce Chen evidentemente fuori forma.
Più improbabili appaiono le sorprese nelle partite di sabato. La Colombia è forte in battuta, ma pensare di vincerla mettendola sul piano delle legnate contro il Canada di La Forest e Mourneau è quanto meno un eccesso di ottimismo.
Lo stesso si può dire del Brasile, che è al suo secondo torneo di livello mondiale ben giocato in poche settimane, ma difficilmente potrà sorprendere Cuba.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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