Categories: Scandalo passaporti

Domani si completano gli interrogatori

Si completano domani gli interrogatori degli otto, tra impiegati e funzionari dei comuni di Anzio e Nettuno, che sono indagati nell’inchiesta relativa ai passaporti falsi che ha portato, sino a questo momento, al fermo domiciliare per Ruggero Bagialemani e Franco Trinci, rispettivamente allenatore del Nettuno e vicepresidente dell’Anzio, in merito al loro ruolo di dipendenti comunali.
Al termine dei colloqui con il giudice delle indagini preliminari della procura di Velletri, potrebbero essere revocati i fermi per i due. O per richiesta dei legali dei due maggiori indagati, o per iniziativa dello stesso Gip. Tutto dipenderà chiaramente dalla decisione di quest’ultimo, che aveva invece confermato il fermo dopo l’interrogatorio di venerdì come misura cautelare per evitare un possibile inquinamento delle prove.
Nel frattempo, ed è una notizia uscita sul Messaggero di sabato scorso, i due hanno negato ogni responsabilità. A detta dei rispettivi legali, Bagialemani e Trinci hanno ammesso di aver accompagnato i giocatori (nove in tutto) presso gli uffici dell’anagrafe al fine di ottenere la residenza per il periodo di permanenza in Italia. Peraltro, è stato fatto notare dall’avvocato di Franco Trinci che a concedere il riconoscimento della cittadinanza italiana non è un sindaco di un Comune o un semplice funzionario, ma gli uffici centrali dello Stato.
Sempre a detta del legale di Trinci il provvedimento del fermo domiciliare non ha mancato di suscitare qualche sorpresa. ‘Possiamo anche capire che la richiesta della forma restrittiva da parte del pubblico ministero sia stata motivata con la necessità di evitare che le persone indagate potessero entrare in contatto prima degli interrogatori – si legge ancora dalle pagine del Messaggero – ma quello che lascia perplessi è che la richiesta sia stata depositata ai primi di agosto ed eseguita tre mesi dopo”.

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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