E' ora di tornare al lavoro. Dopo la lunga pausa invernale, le squadre MLB si radunano in questi giorni nelle varie sedi di spring training. E' giunto quindi anche il momento di trarre i bilanci di una off-season che ha visto ben più di un terremoto sconvolgere gli equilibri delle Grandi Leghe.
Al campo dei Red Sox, occhi puntati su Nomar Garciaparra, arrivato ad un passo dalla cessione in cambio di Alex Rodriguez e poi “tornato” a Boston, una volta che l'accordo è saltato. “Non sono arrabbiato con la dirigenza – ha detto l'interbase, il cui contratto scade a fine stagione – più che altro ferito. Passi tutta la tua carriera con la stessa squadra, poi senti in tv che sei stato ceduto. Come ti puoi sentire?“. Lo scorso anno Boston aveva offerto a Garciaparra un nuovo contratto da 16 milioni a stagione: nel corso dell'inverno, vista anche la possibilità di acquisire Rodriguez, l'offerta è stata abbassata a 12 milioni. Nomar ha rifiutato entrambe. “Mi sono reso conto che non ero una delle priorità della squadra. Così è stato per tutto l'inverno. Ora penso solo a giocare“.
A fine anno scade anche il contratto di Pedro Martinez, non più l'indiscusso leader della squadra tra i lanciatori, con l'arrivo di Curt Schilling. “Salirò sul monte e sarò competitivo come sempre – ha dichiarato il dominicano – se il mio contratto non sarà rinnovato, andrò a giocare da un'altra parte. Se mi faranno una buona offerta, sarò felice“.
Al camp dei Giants, l'argomento del giorno è il doping. Il preparatore atletico di Barry Bonds è infatti tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta che prende di mira un'azienda farmaceutica della California: l'accusa è di aver distribuito steroidi ad atleti professionisti. Una questione che alimenta ovviamente i sospetti sull'uso di steroidi da parte dei giocatori di baseball. “Se vogliono possono farmi test anti-doping anche tutti i giorni – ha dichiarato Bonds – mi spiace per le accuse al mio trainer, ma io non posso farci nulla. Se non mi stessi avvicinando ad alcuni dei più importanti record della storia, nessuno mi metterebbe sotto accusa“. Lo scorso anno, quando per la prima volta i giocatori sono stati sottoposti a test anti-doping senza preavviso (anche se anonimi), il numero totale di fuoricampo è calato. Un caso? “Il motivo è che sono cambiate le palline – sostiene Bonds – quelle che sono state usate lo scorso anno sono più morbide rispetto a quelle delle stagioni precedenti“.
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