In Florida pensando alla storia

Mi mancavano un po' i voli intercontinentali, quelli in cui si è schiacciati dal sedile di fronte che si abbassa per 9 o 10 ore; proprio quelli in cui non si vede l'ora che portino via il vassoio col pasto, perchè le cartine e bustine che contenevano alimenti e posate sono volati da tutte le parti. Provvidenzialmente quindi parto per la Florida, Fort Lauderdale per la precisione, dove la nazionale azzurra sosterrà un paio di settimane abbondanti di allenamento.
Sia chiaro: volare in America all'inizio della stagione del baseball è un privilegio clamoroso che non baratterei quasi con nulla (una o due cose ci potrebbero anche essere, ma non ritengo salutare citarle in un diario). Resta il fatto che se si fossero decisi ad inventare il 'tele trasporto', che nei telefilm delle varie serie di "Star Trek" si usa con tanta facilità (a parte la recente "Enterprise", nella quale è ancora sperimentale), sarei più contento di andarci.

Pensavo a cosa inizia in Florida.
Comincia nella terra che fu degli Indiani Seminoles la marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di Atene, summa del biennio di lavoro di Giampiero Faraone alla guida della nazionale: un momento di notevole importanza per il nostro baseball.
Cosa potrà ottenere l'Italia alle Olimpiadi è un mistero. Tra il ritorno dalla Florida e le Olimpiadi ci sono di mezzo un 12 fine settimana di campionato, la "Settimana di Haarlem" e il "Pre Olimpico" di Nettuno. Insomma, è difficile dire oggi con che squadra l'Italia si presenterà ad Atene, anche se il nucleo è per forza di cose quello che si è qualificato nel luglio 2003 in Olanda. Certo, c'è qualche cosa in meno (Vigna) e anche qualche cosa in più (Marchesano e Billisi per ora) sul monte di lancio. Ma la base è quella.
Quello su cui vorrei attirare la vostra attenzione è però altro. Ad Atene si vedrà in campo la nazionale più forte che abbia mai disputato un torneo internazionale, ovvero il Giappone. Le "Nippon Pro Leagues" per l'occasione si fermeranno e consegneranno al baseball internazionale una all star. Ci sarà poi Cuba (Bi Campione del Mondo). Ci saranno anche Canada e Taiwan: tutta roba abbondantemente fuori dalla nostra portata.
Ci saranno poi le squadre "da battere". E l'espressione fa quasi tenerezza. L'Olanda è sempre lei, la nostra super rivale, e non è che ultimamente l'abbiamo battuta troppo spesso. L'Australia ha una rosa di 22 professionisti su 24 giocatori, compresi lanciatori di Doppio e Triplo A. La Grecia, oltre a giocare in casa, sarà più o meno la stessa formazione che ci ha battuti nell'ultimo Europeo, con un anno di esperienza in più per le sue giovani stelle: il lanciatore Troy Pickford e l'esterno Nick Markakis. Quest'ultimo è ritenuto trai migliori 20 prospetti dell'organizzazione dei Baltimore Orioles.
Non so voi, ma io ho il coraggio di dire che non ci sarebbe da fare una tragedia se l'Italia perdesse tutte le partite. Non che io lo preveda o, peggio, che ne sarei contento. Ma mi sento in dovere di affermare che il livello sarà talmente alto che potrebbe anche succedere di perdere sempre.
D'altra parte, potrebbe anche succedere che l'Italia vinca 3 partite su 7 e compia un'impresa che pareggerebbe a livello numerico quanto accaduto ad Atlanta nel 1996, in un contesto però del tutto differente dal punto di vista tecnico.
Al di là del numero di vittorie, credo che il nostro movimento si dovrebbe augurare una cosa sola: ammirare una nazionale capace di giocare per una settimana al 100% delle sue possibilità. E' a quello che dobbiamo ambire, non ad eventuali medaglie a scopo promozionale come è stato fatto nel recente passato in altre manifestazioni.

Voglio chiudere parlandovi di storia, perchè un paio di episodi degli ultimi giorni mi hanno fatto capire quanto il concetto possa a volte essere sfumato.
Alla presentazione del logo Coni un'ex medaglia di Los Angeles '32 (l'arzillo novantenne Savino Guglielmetti) ricordava il viaggio in nave a New York e il Sindaco Fiorello La Guardia che lo accolse. Ma Fiorello La Guardia divenne Sindaco nel 1934, perchè nel 1932 era impegnato a perdere (come Repubblicano) le elezioni al Congresso. Guglielmetti ricorda anche: "La Guardia ci disse che era orgoglioso di accogliere i ragazzi di Mussolini". Frase della quale non c'è traccia nella biografia di Fiorello Henry.
Se il simpatico Savino è scusato per gli anni passati da quell'episodio, mi sento di farlo meno con un visitatore del forum che "rinfaccia" all'Addetto Stampa FIBS (cioè io) di aver scritto su "Tuttobaseball" nel 2001 un articolo nel quale annunciavo la nascita di una lega pro in Italia e Olanda. E non accetta il mio (per altro timido) tentativo di affermare che non ricordavo di aver scritto nulla del genere.
A parte che nel 2001 non ero Addetto Stampa FIBS (nè pensavo di diventarlo), un altro visitatore si è andato a scartabellare la collezione della rivista per scoprire che quell'articolo è effettivamente apparso. Ma lo ha firmato Giorgio Gandolfi.
Ho tirato un sospiro di sollievo: pur in piena crisi di mezza età, la memoria di quello che ho scritto resta buona.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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Riccardo Schiroli

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