Con la solita disponibilità Riccardo Matteucci risponde alle nostre domande sullo stato dei lavori della Commissione atleti da lui presieduta in merito allo ‘svincolo.
Abbiamo pubblicato diverse voci, spesso preoccupate, in merito ai limiti di vincolo e svincolo degli atleti, facciamo un po’ di chiarezza?
‘Innanzitutto voglio precisare che il lavoro svolto da me, Elio Gambuti e Marco Mazzieri ha lo scopo di evidenziare tutti gli aspetti possibili della problematica e proporre il ventaglio più ampio di soluzioni, insomma di ‘sgrezzare l’argomento in modo da fornire il maggior numero di elementi possibile al Consiglio federale. Detto questo, l’ottica da cui siamo partiti è duplice: da un lato individuare un mezzo equilibrato per evitare che giocatori ancora in piena efficienza e con voglia di giocare siano costretti a smettere per banali incomprensioni fra atleta e società o fra società e società, dall’altro salvaguardare comunque i diritti e il lavoro della società cui il cartellino appartiene. Oggi un giocatore è ‘svincolato al compimento del trentottesimo anno di età. Per graduare al cosa potremmo retrocedere a 35 anni e magari un obiettivo ragionevole potrebbe essere 30.
Studiando anche le esperienze di altre discipline, il nostro lavoro si è concentrato nell’individuare dei parametri oggettivi per calcolare il valore dei giocatori, che tengano conto dell’età, dell’esperienza, del livello di gioco, dell’essere o meno nel giro azzurro e così via. Stiamo lavorando alla costruzione di un ‘modello matematico, che ponendo, per esemplificare, al massimo livello Liverziani e De Santis, fatti uguali a 100, automaticamente definisca il valore del cartellino di ogni giocatore italiano, stabilendo un minimo garantito di contropartita che risolva soprattutto i casi di conflitto.
Per Italiani si intendono anche i cosiddetti oriundi, che spesso arrivano da paesi in cui si parla di contratti professionali e nulla sanno di tesseramenti.
‘Sono giocatori italiani e basta e non è possibile fare regole ad hoc. Ovviamente un altro aspetto che stiamo studiando è quello di porre un limite ai giocatori tesserabili da parte di un club, pensando a quelli che vengono da fuori Italia mi riferisco in particolare a quelli che magari non vengono poi mai chiamati giocare da noi.
Parliamo dell’altra faccia della medaglia: il vincolo. Oggi un ragazzo è libero di accasarsi dove meglio crede fino all’ultimo anno di categoria ‘cadetti, poi, secondo le regole attuali, si ‘sposa fino ai 38 anni.
‘Esiste una precisa direttiva del Coni che invita le singole discipline a innalzare il limite del vincolo al raggiungimento della maggiore età. Questo è l’orientamento generale. A maggior ragione, per la tutela di tutti, credo sia importante creare anche per noi un sistema oggettivo che garantisca un giusto ‘indennizzo a fronte della perdita di un giocatore e al contempo consenta all’atleta di proseguire la carriera altrove, quando nella società di appartenenza non esistano più le condizioni.
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