Star Trek e il baseball: altre similitudini

Sconsolato, sto osservando la mia scrivania. Ho appena rovesciato una lattina di birra sui fogli che tengo, in ordine apparentemente sparso, accanto al mio computer. Probabilmente perso per sempre è andato un preventivo per una cena. Stessa fine ha fatto il modulo per il rinnovo delle cariche in seno all'Ordine dei Giornalisti (poco male, tanto le elezioni erano un paio di settimane fa). Mentre si è salvato il tesserino che certifica la mia iscrizione al CNT come tecnico di baseball. Sì, siamo in parecchi in quell'elenco: giornalisti, panettieri sedicenti giocatori di golf, ragionieri, commercianti, impiegati, venditori. Forse c'è anche qualche allenatore, a ben pensarci. Ma questo è un altro discorso.

Ho trovato un ambiente simile a quello del baseball a Bellaria, dove ho frequentato la Convention dei fans di "Star Trek". Anche lì basta mettersi una divisa per crearsi un universo proprio, attribuirsi delle cariche e sentirsi importanti. Cosa si sa fare, importa poco. Quel che conta di più è avere qualcuno che certifichi una certa 'abilità' in un determinato momento e in un determinato luogo. Quando si esce da quel luogo si rinuncia naturalmente alla competenza, ci si toglie la divisa e si torna a fare quello che si faceva prima (il pane, scrivere articoli, fare dichiarazioni dei redditi, vendere magliette o magari ascensori) in attesa che si apra il prossimo universo parallelo.

Il baseball (e il softball) e Star Trek c'entrano comunque poco. Il baseball è un gioco, Star Trek un telefilm diventato film. Cosa li ritengano i vari paria che si sono attaccati al loro successo come sanguisughe è un altro discorso.
Ad esempio, un regista americano che ha girato 2 o 3 documentari sui fans di Star Trek si lamentava del fatto che ci sono un po' troppi telefilm e film e che quindi i fan sono impegnati a guardarli e il suo lavoro ha meno attenzioni del giusto. Come dire che parlare di Star Trek è diventato più importante della saga in sè. Roba da matti, eh?

Non troppo, se si pensa ai 'parterre' dei nostri stadi da baseball. Che sono veri e propri circoli di vip che vivono la partita e lo sport artificiosamente. Che ci sia una persona o 1000 sulle tribune poco importa. Che si giochi bene o male in campo, pure.
Che ci sia poca lucidità lo dimostra un fatto: parecchi mi rivolgono la parola mentre sto registrando il commento della partita che viene distribuita alle televisioni private. Viviamo in un mondo delle fiabe, quindi probabilmente la percezione è che il mio commento sia un'illusione.

Comunque io sono un fan di Star Trek. Non indosso la divisa, ma mi sono fatto 2 ore di fila per avere l'autografo dell'attrice Nana Visitor, che intepretava in Deep Space Nine il Maggiore Kira. Capitato davanti alla signora Visitor, ho cambiato idea 100 volte su cosa dire, poi mi sono emozionato e ho detto "Ciaaaoooo". E me ne sono andato come uno scolaretto.
Sono anche uno del baseball, che passa ore intere sul forum. Molti mi hanno detto di lasciar perdere, compresa l'amica degli sms, che ha così fatto un grande rientro. Ma io sono convinto di dover convincere tutti delle mie idee. E non posso smettere proprio adesso.

In conclusione, una segnalazione gastronomica per la 'Guida Panda'.
A Santarcangelo ho cenato al Ristorante Arcangelo: creativo e di eccellente qualità, anche se ha curiosamente ammesso di acquistare il pesce in Sicilia (col porto di Rimini a 10 chilometri). E raccomandatissimo per i Vertici Federali, visto che in menu presenta il rarissimo "sorbetto alla mela verde con Calvados" che andiamo cercando per tutta Italia da 2 anni abbondanti.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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