Diamo un'occhiata a Venere

Visto che mi leggete, colgo l'occasione per ricordarvi (o annunciarvi, se non lo sapevate) che oggi è possibile vedere il pianeta Venere ad occhio nudo e di giorno. Non è davvero male, come opportunità. La prossima capiterà tra un 120 anni e, nonostante i tempi lunghi che nel mondo del baseball caratterizzano l'avvicendarsi delle persone in carica, per quel giorno dubito di essere ancora qui a ricordarvelo.
Una sola raccomandazione: usate gli occhiali da sole.

Giovedì scorso è stata messa a dura prova la fiducia che ho nei miei mezzi di “uomo di baseball”.
Al mattino ero in Valle Strona, ai confini con la Svizzera, dove si svolgeva un torneo dimostrativo di baseball tra studenti delle scuole medie. Mi sono offerto come arbitro e pensavo che sarebbe stata una mattina tranquilla. Beh, mi sbagliavo. I ragazzini mi hanno dapprima imbrogliato (una squadra faceva battere sempre i 2 o 3 migliori, l'altra per un po' ha cercato di fare lo stesso, poi si è data alla delazione) e poi contestato per un paio di chiamate. Neanche a farlo apposta, infatti, la finale si è chiusa dopo 2 riprese supplementari e un divario di un punto.
Fatto precipitoso ritorno a Parma, ho indossato la divisa della mia squadra di slow pitch (i 'Butterbumps' o 'Tarabusi'…vi spiegherò un giorno perchè ci chiamiamo così) e sono sceso in campo. Fin dal riscaldamento ho notato che le gambe non rispondevano, ma in campo è stato anche peggio. Ho infatti battuto un paio di volte in doppio gioco. Nel finale, non contento, mi sono fatto sorprendere da una battuta a terra mentre…mi accordavo col 'dug out' per dove andare a cena.

Queste giornate di solito mi fanno diventare 'più buono' nei confronti di arbitri e giocatori, quando torno a fare il mio mestiere (ovvero commentare le partite). Tra venerdì e sabato però ho visto non meno di 25 errori difensivi e 10 contestazioni agli arbitri (e dare torto a chi contestava non era sempre facile…). Ho cercato invano di pizzicarmi per vedere se mi svegliavo, ma niente: era tutto vero.

Si gioca male, in questo periodo. Le squadre di A1 si sono tutte rafforzate a livello di lanciatori. I 'line up' se la cavano bene. Il nostro problema è un altro: le difese lasciano a desiderare. Lo si vede ad occhio nudo e ce lo confermano i numeri.
Le migliori difese della A1 (Bologna e Grosseto) hanno 28 errori, in media 1.16 a partita. La peggiore (il Rimini) ne ha 55 (2.29 a partita, più o meno 7 a week end). Anche Parma (51) è sopra i 2 errori a partita e Modena ci si avvicina (43). Il dato abbastanza drammatico è che queste 2 difese hanno all'interbase il sovrumano Munoz (ancora 0 errori) e l'ottimo La Fera (5, dei quali 4 tra la seconda e la terza giornata, con partite giocate su campi pesanti). In 'campo corto' sta giocando su questi livelli solo Bautista (4 errori, e il Suo San Marino è a 32). Di Mare (prima del suo arrivo Casimiro ne aveva commessi 9 in 9 partite) e Rafael Ozuna hanno pure 4 errori, ma con molti meno inning giocati.
Dove voglio arrivare? A farvi questa domanda: come si può divertire il pubblico se le difese giocano così? E che speranze ci sono che i nostri azzurri raggiungano il livello di intensità che serve per vincere ai livelli internazionali?

Mi consolerò pensando alla Valle Strona, a questi ragazzi che hanno conosciuto il baseball, alle pagine che i quotidiani locali hanno dedicato all'evento, all'insegnate di Educazione Fisica Giuseppe Ramenghi che da anni lo insegna a scuola e che finalmente ha trovato qualcuno che lo aiutasse per creare una manifestazione.
Mi consolerò e sorriderò beffardo (e anche un po' amaro). Perchè gli artigiani della valle Strona hanno appoggiato la manifestazione assieme alla 'Pro Loco', hanno realizzato mazze in legno per l'occasione. Sorrido beffardo (e anche un po'amaro) perchè ora stanno pensando se vale la pena produrle in numeri superiori. Stanno pensando se c'è qualcuno disposto a comprarle, insomma.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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Riccardo Schiroli

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