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Danesi a Bologna con la possibilità Patrone

Reduce dai due successi con l'Anzio, la Danesi Nettuno si appresta a cambiare pelle nelle prossime settimane. Stante l'ormai solita emergenza infortunati, che sabato sera ha costretto il manager Ruggero Bagialemani a scherare due lanciatori in difesa, si parla ormai di rinforzi. Il primo in ordine di tempo è il ricevitore Carlos Patrone, già tesserato con la Danesi sino allo scorso anno. Le pratiche per la naturalizzazione sono ormai al capolinea e si attende solamente un documento dall'ambasciata che darà l'ok alla possibilità di essere schierato come italiano. Questione di ore, tanto che potrebbe esordire già al Gianni Falchi o al più tardi nella trasferta di Paternò. Stesso discorso per Carlos Tomassi, che a Bologna fu il closer di garasei della semifinale scudetto nel 2002, ma per lui si tratterà di aspettare ancora qualche settimana. Quindi sono in dirittura d'arrivo i documenti di almeno altri due lanciatori venezuelani con passaporto italiano e magari qualche altro elemento che dovrebbe andare a rinforzare la rosa. L'ufficializzazione sarà data una volta in possesso delle carte in regola per schierarli.
Nel frattempo a Bologna continueranno le assenze di D'Auria (ancora convalescente) e di Miller, che ha iniziato la rieducazione dopo la frattura del quarto metacarpo del braccio sinistro, rottosi in allenamento. Mastrantonio ci sarà ma se le circostanze non lo richiederanno non sarà rischiato, Chavez è rientrato già la scorsa settimana nel derby vinto contro l'Anzio, ma ancora non si conosce bene quella che potrà essere la sua reale tenuta (contro l'Elettron è rimasto in pedana per sei riprese complete). Infine sembrano meno gravi del previsto le condizioni dell'esterno Sandro Paoletti, vittima di un infortunio alla coscia, anche lui è in forse ma comunque partirà con il resto della squadra alla volta di Bologna.

This post was published on 9 Giugno 2004 23:43

Mauro Cugola

Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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