Ho finalmente visto il film "Il posto dell'anima", che tempo fa venne segnalato per la presenza del baseball all'interno della sceneggiatura, cosa indubbiamente rara per un film italiano. Non saprei dove rintracciare così su due piedi il regista Riccardo Milani per chiedergli come mai, per cui mi accontenterò delle mie impressioni.
Il personaggio di Mario è legato a doppio filo al baseball. Ha un figlio che gioca, usa ripetutamente una mazza come corredo di esplosioni di ira e, alla vigilia di un viaggio in America, si lascia addirittura andare ad un "se c'è tempo, vorrei proprio vedere una partita di baseball".
"Il posto dell'anima" è un film drammatico. Anzi, forse è una commedia amara. Si occupa di un gruppo di operai che perdono il lavoro, della loro lotta per conservarlo. Si occupa anche delle contraddizioni di un paese nel quale molte categorie stanno perdendo una loro identità, nel quale c'è una classe dirigente che parla materialmente una lingua diversa dal cosiddetto popolo, nel quale nonostante tutto molti conoscono dell'Inglese solo le parole delle canzoni pop. E in questo si inserisce il baseball: la novità, la disciplina che non fa parte della nostra tradizione.
Milani propone poche scene di baseball e lo fa mettendo in campo i bambini. Se non ricordo male, i figuranti sono ragazzi di una società di Chieti. E l'immagine del baseball giovanile che esce dal film è eccellente. I ragazzi giocano seri, con belle divise e ammirati da genitori/tifosi entusiasti e tutt'altro che litigiosi.
Nel finale del film addirittura è palese la contrapposizione tra l'ambiente sereno della partita e i pensieri foschi dei 3 protagonisti principali. "Anche qui?" si chiede la moglie di Mario.
"Il posto dell'anima" è però solo un film.
Dopo aver concluso la visione (quasi commosso: vi consiglio, scene di baseball a parte, di non perdervelo) mi sono subito re immerso in veleni sulla nazionale juniores che convoca un 'oriundo' di 16 anni, in veleni sulla trasmissione della Coppa dei Campioni su Sky perchè "dovevamo sentire in maniera diversa l'evento", in veleni su come vengono svolte le selezioni regionali, in veleni sul calendario di serie A che non ha messo la Fortitudo Bologna nelle migliori condizioni per affrontare la Coppa Campioni.
E' davvero questo il baseball italiano? Pieno di veleni, senza memoria, desideroso di lamentarsi (non importa di che cosa, basta lamentarsi). Vorrei dire di no. Ma sto perdendo la speranza.
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