Momento importante: la mia squadra di slow pitch ha tesserato un “oriundo”.
E' una notizia da apertura di diario, direi. Cioè, so che voi tutti ve lo aspettavate che io prendessi un oriundo. O forse pù di uno. Ma il momento storico andava comunque annunciato in maniera adeguata.
Ora mi devo porre il dubbio se l'oriundo in questione rischia di rubare il posto a qualcuno. Perchè non vorrei mai mi nascesse un Sindacato interno, che sarebbe abbastanza difficile da gestire. E non si sa mai che mi chiedano lo “svincolo unilaterale”. Adesso che ci penso, è improbabile: i miei giocatori non avrebbero problemi a svincolarsi per aver raggiunto i 38 anni di età.
Comunque, se vuole rubare il posto a qualcuno, l'oriundo si dovrà rassegnare a farlo a qualcun altro.
Nella mia squadra vige una norma: è vietato giocare prima base. Anzi, è persino vietato presentarsi col guantone da prima base. Perchè? Ma perchè è il mio ruolo, che diamine. E io sono presidente e allenatore della squadra.
Anche in una squadra amatoriale c'è ovviamente chi cerca di fare le scarpe all'allenatore, ma farle al presidente è già più difficile. Se poi presidente e allenatore coincidono nella stessa persona, il compito diventa improbo.
Rileggendo “Le mille luci di New York” di Jay Mc Inerney (sono passati 20 anni da quando lo presi in mano la prima volta…) ho notato con una certa attenzione la descrizione del reparto “verifica dei fatti” di una importante rivista. Il personaggio principale del libro lavora in questo reparto e descrive il suo lavoro come importantissimo, metodico, difficile. Nella sostanza, questo reparto verifica che quanto gli autori affermano sia vero. O almeno suffragato da una certa evidenza.
Ci credo che è difficile. E mi verrebbe da dire una cattiveria: se esistesse nelle riviste italiane questo reparto, le riviste non andrebbero mai in edicola. Ma mi sembra eccessivamente cattiva, questa affermazione. Quindi mi limiterò a dire che se si esigesse da alcuni cronisti di baseball di mia conoscenza, la verifica dei fatti, non avrebbero mai scritto un articolo.
Leggo Mc Inerney e mi si ferma lo sguardo su alcune frasi. Vi voglio lasciare con un piccolo collage: Eri convinto dell'importanza del tuo lavoro. Avevi conosciuto persone che ammiravi da un'intera vita (…) Qualcosa cambiò. Ad un certo punto smettesti di accelerare.
This post was published on 5 Luglio 2004 18:41
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