Come da tradizione l'All-Star Game fa da spartiacque tra la prima e la seconda metà della stagione del baseball Usa. Tre giorni di stop per riprendere fiato, per riflettere su quanto si è visto finora e per pensare a quello che potrà succedere da qui a fine anno. Con una, grande, variabile: fino al 31 luglio sono possibili gli scambi di giocatori e sicuramente più di una squadra (tra quelle che sono già fuori dai giochi) cederà qualche pezzo pregiato in cambio di giovani di belle speranze su cui costruire il futuro. Un nome su tutti è quello di Randy Johnson, che con pochi anni di carriera davanti potrebbe spingere la dirigenza di Arizona a cederlo ad una squadra ancora in corsa: un matrimonio perfetto sarebbe quello con gli Yankees, in cerca di un altro partente di qualità, ma almeno per ora si tratta di pure supposizioni di fanta-mercato.
Vediamo, division per division, la situazione alla "Midsummer classic" nell'AMERICAN LEAGUE:
AL East: Dopo le spese folli dell'inverno (leggi ARod) tutti aspettavano gli Yankees, che ci hanno messo un po' più del previsto a "carburare" ma ora sono come al solito lì davanti a tutti e si confermano grandi favoriti per la vittoria finale. Il reparto "medio-rilievo" che lo scorso anno era stato la nota dolente, funziona meglio del previsto, con l'innesto di Tom Gordon, ma (con i problemi alla schiena di Kevin Brown e la discontinuità del cubano Contreras) a New York servono rinforzi nel campo partenti. Probabile che, come al solito, George Steinbrenner se li vada a prendere, e nella Grande Mela si parla sempre più insistentemente di un certo spilungone mancino già sopra citato. Boston segue a sette partite, e ormai sembra costretta a dover ripiegare sulla Wild Card: dopo un inverno promettente i tifosi dei Sox si aspettavano qualcosa di più, ma gli innesti di Curt Schilling e Keith Foulke non sono bastati, come neanche il rientro di Nomar Garciaparra dopo il lungo infortunio. E dietro alle due rivali, udite udite, ci sono i Devil Rays, capaci ad un certo punto di infilare addirittura una serie positiva di 12 gare. Un vero e proprio capolavoro per "Sweet" Lou Piniella. Baltimore (tanto fumo e poco arrosto con gli innesti di Miguel Tejada, Rafael Palmeiro, Javy Lopez e Sidney Ponson) e Toronto (Carlos Delgado potrebbe essere il prossimo "big" ad essere ceduto) stanno a guardare.
AL Central: Una delle division più combattute, anche se forse quella globalmente di qualità più bassa. In testa ci sono i White Sox, nello cui spogliatoio è tornata la calma grazie al manager Ozzie Guillen, e le cui mazze principali hanno ripreso a produrre con efficacia e con maggiore continuità rispetto agli anni passati. il salto di qualità è dovuto però alla rotazione, arricchita recentemente dall'ingaggio di Freddy Garcia da Seattle. Eppure, l'ormai usuale mina vagante Minnesota è lì a sola mezza gara di ritardo, nonostante alcuni uomini chiave (due su tutti Kyle Lohse e J.C. Romero) abbiano ampiamente deluso. Come gli Yankees, i Twins hanno bisogno di un altro braccio per stabilizzare la rotazione, e faranno di tutto per andare a prenderlo entro il 31 luglio. A sole cinque partite di ritardo dalla vetta ci sono due squadre: gli Indians, il cui processo di ricostruzione procede molto più rapidamente del previsto e (udite udite numero due) i Tigers, che finalmente danno segni di vita dopo un decennio di encefalogramma piatto. Kansas City, dopo qualche anno passato a o vicino al vertice nonostante il basso monte-salari, stavolta è già di gran lunga fuori dai giochi e con la cessione di Carlos Beltran a Houston ha già iniziato a smantellare.
AL West: Per quanto possa sembrare paradossale, è stata la cessione di Alex Rodriguez a far fare un salto di qualità ai Rangers. E' probabile che senza "mister 252 milioni" la squadra si sia sbloccata da punto di vista psicologico, mentre è certo che in Michael Young, Hank Blalock, Mark Teixeira e Alfonso Soriano Texas abbia trovato un giovane nucleo di giocatori su cui contare per un bel po' di stagioni. Si diceva che il grosso problema dei Rangers sarebbe stato il parco lanciatori, eppure Texas a metà stagione vede negli specchietti tutto il resto della division: ma al di là dell'ottima prima metà di stagione di Kenny Rogers, e dell'emergere del closer Cordero, per rimanere in vetta ci sarà bisogno dell'aggiunta di uno-due picher validi e trovarli non sarà facile. Mentre Seattle è la candidata N.1 al titolo di delusione dell'anno nella AL, Anaheim e Oakland sono lì ad aspettare il primo passo falso dei texani. Gli Angels grazie al solito gioco frizzante e all'aggiunta della mazza di Vladimir Guerrero sono riusciti a neutralizzare una lunga serie di infortuni che rischiava di mandare in frantumi la stagione. Gli Athletics sono la squadra più dotata del lotto, ma finora alcuni dei loro uomini chiave (uno su tutti Barry Zito) hanno deluso. Eppure, occhio a Oakland, che tradizionalmente nella seconda metà della stagione inserisce la sesta.
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