E se le Olimpiadi si seguissero meglio in tv?

La prima cosa da dire al riguardo delle Olimpiadi è che si seguono meglio da casa.
Sì, avete capito bene: davanti al televisore, con la regia che coglie tutti i momenti salienti e, se siete distratti, vi aiuta con i replay.
Qui ad Atene lo stadio Olimpico è a circa un'ora di strada da Hellinico (dove si gioca a baseball e softball), che a sua volta si trova ad un'ora di strada dal Pireo e quindi dal palazzo della pallavolo e da uno dei campi da calcio. Se ci si vuole spostare da un sito all'altro, si rischia di perdere un po' tutto. Ieri sera ad esempio mi sono ritrovato a chiedere ad uno dei volontari com'era andata la partita dell'Italia di calcio e ho immediatamente capito che le Olimpiadi moderne sono un evento così grande e importante proprio grazie alla televisione, che (virtualmente) trasporta tutti gli eventi in un unico luogo.

Ho lasciato il Pireo e la mia pensione 'Galaxias' (con essa lo scarafaggio più grosso che abbia mai visto: l'ho soprannominato Pippo e ad un certo punto, dopo aver resistito alla tentazione di spiaccicarlo, avevo pensato di provare ad ammaestrarlo) e mi sono trasferito in un alloggio più confortevole ma che, ad occhio, mi sembra ancora più lontano da Hellinico. Si itinera sempre di più, insomma.

Ad Hellinico è moderatamente difficile muoversi anche trai 2 campi da baseball. Questo accade a causa dei protocolli di sicurezza, secondo i quali nessuno può avvicinarsi ad un impianto se non in possesso di un biglietto valido per la partita che vi si giocherà e chiunque deve lasciare l'area immediatamente dopo la partita.
Se poi circolate con una borsa (e io lo faccio continuamente, perchè ho con me il fedele computer portatile…la tengo talmente tanto a tracolla, che dopo i Giochi credo verrò operato alla cuffia dei rotatori) diventate immediato oggetto di curiosità. Non conto ormai più i passaggi della mia attrezzatura dal metal detector della sicurezza.
Non parliamo poi del softball. Con un accredito per il baseball avete la stessa speranza di entrare nello stadio da softball o in quello da Hockey su prato. Che per altro è uno dei luoghi più interessanti di tutto il complesso olimpico, specie quando gioca il Pakistan, che è seguito da orde di tifosi caldissimi e bardati con tutto l'armamentario del perfetto ultras.

In campo le cose non stanno andando bene. E' vero che l'Italia ha affrontato 2 delle candidate alla medaglia d'oro, ma è anche vero che alla fine del primo inning aveva già commesso 2 errori sia contro il Giappone che contro il Canada. Sono onestamente preoccupato: non sono a contatto diretto con la squadra, ma quello che vedo dalle tribune non mi piace. Gli azzurri al pubblico danno l'impressione di essere già sazi, contenti di essere qui. Con le dovute eccezioni, sia chiaro. Buccheri ad esempio sta giocando alla grande e, quel che più conta, dando il massimo su ogni pallina. La sua presa che ha tolto un fuoricampo al Giappone è stata trasmessa dalla Tv fino alla nausea. Buccheri è un esempio positivo (al di là delle sue doti tecniche ed atletiche) perchè ci mostra con quale intensità un impegno come l'Olimpiade vada affrontato.
Ho visto perdere (per la cronaca: per entrarfe ho pagato il biglietto…) anche la nazionale di softball contro la Grecia, ma il discorso è completamente diverso. Le ragazze di Blanchard si sono ritrovate sul groppone 2 punti in avvio a causa di due (azzardati) 'squeeze' andati a buon fine per questione di centimentri. Hanno poi sprecato l'occasione per vincere quando, accorciate le distanze, hanno chiuso la quinta ripresa lasciando tutte le basi occupate. Ma l'atteggiamento in campo è diverso, la squadra è un gruppo, le atlete si aiutano l'un l'altra. Arrivare tra le prime 4 non è facile, ma vedere come le azzurre scendono in campo induce all'ottimismo.

La Grecia è un paese che non si rassegna all'introduzione dell'euro. Un taxista mi ha raccontato che la moneta unica ha portato i prezzi alle stelle, addirittura (sostiene lui) li avrebbe triplicati. Cosa che è naturalmente impossibile, ma prendo atto della percezione che questo signore di mezza età ha della situazione.
Personalmente, più dell'euro vedo colpevoli i Giochi e sono sicurissimo del fatto che, dai primi di settembre, venire in Grecia sarà molto più conveniente.
La Grecia è il luogo di origine della cultura occidentale. Non dico niente di particolarmente originale, ma mi piace condividere con voi quanto mi affascina la lingua greca e che suggestioni crea. Uscita, ad esempio, in greco si dice 'exodos' . Quanto di loro c'è in noi, a distanza di migliaia di anni, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto?

Qualcuno mi ha scritto per dire che nota una totale assenza di indicazioni culinarie dal diario. C'è un motivo: il cronista itinerante è drammaticamente a dieta. Quindi, non infierite.
Prima di salutarvi è bene che confessi però una cosa: i giorni di permanenza a Nettuno durante il pre olimpico sono stati un continuo attentato alle mie ottime intenzioni. Specie la dirigenza del Nettuno baseball e un collaboratore di questo sito ce l'hanno messa tutta, per indurmi in tentazione. Per fortuna qui cetrioli, pomodori e formaggio 'feta' rimetteranno tutto a posto.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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